“Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare ad adempierlo; perché Egli non si compiace degli stolti; adempi il voto che hai fatto.” (Ecclesiaste 5:4).
Meditare le proprie vie: che evidenza tangibile di un’autentica consacrazione a Gesù! L’album di famiglia (la grande schiera di testimoni che ci precede) offre esempi splendidi di chi si è dimostrato inflessibilmente zelante nel vivere i propri giorni per la gloria di Dio. Uno degli esempi classici sarebbe il notevole teologo americano, Jonathan Edwards (1708-53): i suoi famosi settanta proponimenti rimangono tutt’oggi fonte di grande ispirazione, per chi brama di camminare con l’Eterno, deliziandosi per sola fede nella intima comunione con Cristo.
Si racconta che il giovanissimo Edwards cominciò a scrivere questi suoi proponimenti alla tenera età di diciannove anni! Il suo intelletto straordinario era infiammato dalla santa ambizione di condurre una vita interamente dedicata al suo Salvatore e Signore. La chiamata alla pietà e alla purezza (Tito 1:1) non fu certo motivo per lui di rassegnarsi ad una fede superficiale! Questo articolo propone undici dei suoi storici proponimenti (presentati in corsivo), con una breve considerazione aggiuntiva sulla loro pertinenza tutt’oggi.
1. Mi propongo di fare tutto ciò che credo possa promuovere la gloria di Dio e il mio bene, utile e piacere, finché esisterò, sia in questo tempo che nell’eternità. Mi propongo di fare tutte quelle cose che considero un mio dovere e che possono contribuire al bene e al vantaggio dell’umanità in generale. Mi propongo di fare così a dispetto di qualunque genere, numero e grado di difficoltà che dovessi affrontare.
Il primo proponimento riporta al focus della vita in Cristo: siamo stati creati e ri-creati per dedicare ogni nostra energia a rispecchiare la gloria (ossia il “peso”) di Dio nel Suo mondo! Per fede, confidiamo che tale scelta produca anche il nostro bene personale, nonché quello del prossimo. Altro che un auspicio vago ed effimero, questa risoluzione forgia un approccio alla vita tenace, di chi è convinto di dover affrontare grandi difficoltà, nel tenere alta la Signoria di Cristo in un mondo a Lui ostile. E’ visibile in me la grinta necessaria a questo scopo?
2. Mi propongo di impegnarmi continuamente per trovare nuove soluzioni ed espedienti, atti a promuovere le cose che ho menzionato.
Premesso che tale proponimento richieda una continua e ripetuta applicazione, dovrò meditare spesso nuovi propositi, per vivere al meglio gli obiettivi che mi sono posto. Quanto sono propositivo nelle strategie concrete che porto avanti?
3. Mi propongo di non perdere mai un momento del mio tempo, ma di usarlo nel modo più proficuo che mi sia possibile (5)1.
Una cosa certa è che il cammino con Cristo si riduce al tempo, dono impagabile affidatoci dall’Eterno. Infatti, i grandi obiettivi della vita prendono forma attraverso piccoli passi consolidati nella quotidianità. In un frangente storico in cui proliferano tanti modi di sperperare il tempo (la ricerca di appagamento nei social, nello svago, nelle vacanze, nelle esperienze estreme), posso dire di essere rigorosamente disciplinato, per amore di Cristo, e di usare efficacemente le mie giornate?
4. Mi propongo di non fare mai alcuna cosa che avrei timore di fare se fosse l’ultima ora della mia vita (7).
Correlato a ciò che è stato appena espresso, quante mie attività sono, onestamente, uno spreco di tempo, di cui mi vergognerei se mi trovassi in quest’istante nell’ultima ora della mia vita terrena?
5. Mi propongo, quando ho qualche dolore, di pensare alle sofferenze dei martiri e dell’inferno (10).
È molto facile lamentarsi dei dolori fisici, piuttosto che fissare i pensieri oltre il male che proviamo. L’invito, comunque, è di proiettare il dolore verso scopi proficui: esso dà l’opportunità di ricordare le sofferenze acute vissute dalla Chiesa, per amore di Gesù; e, a maggior ragione, il dolore fisico può spronarci a ricordare il terribile giudizio che attende chi Lo respinge. Entrambe le prospettive sono utili per ridimensionare le nostre difficoltà.
6. Mi propongo…di fare immediatamente quanto mi è possibile per risolvere i vari quesiti teologici che potrei trovarmi a dover rispondere (11).
Se non rendiamo conto della nostra fede in Cristo (1 Pietro 3:15), ciò potrebbe segnalare in noi una certa impreparazione a rispondere, in quanto reticenti a pregare per avere opportunità di annunciare il Signore. Il proponimento è quello di studiare già in anticipo delle possibili risposte ai tipici quesiti ed alle obiezioni posti comunemente.
7. Mi propongo di non agire mai per vendetta (14).
Come affronto le ferite provocatemi da altre persone? Tendo a chiudermi verso di loro? Provo rancore nel luogo segreto? Resisto nella pratica al comandamento di perdonare? Queste non sono opzioni per il cristiano.
8. Mi propongo di mantenere la più rigida temperanza nel mangiare e nel bere (20).
Se in Italia il cibo è un valore culturale “sacrosanto”, è anche troppo facile esagerare nelle proprie consumazioni! Anche in questo campo, l’autocontrollo fa parte dell’amore per Cristo.
9. Mi propongo, ogni volta che compirò un’azione molto malvagia, di esaminarmi per scoprirne la causa originale. Poi, starò molto attento a non farla più, a combattere e a pregare con tutta la mia forza contro la causa dalla quale ha tratto origine (24).
Nella nostra vita frenetica, troviamo il tempo necessario per meditare sul peccato? Per supplicare il Signore di rivelarcelo, laddove rimaniamo ciechi ad esso? Per chiedergli di mostrarci la motivazione che persiste all’origine?
10. Mi propongo di rimanere rigorosamente e fermamente fedele al compito che mi è stato affidato, affinché, secondo ciò che è scritto in Proverbi 20:6, io sia trovato interamente fedele (32).
In una cultura che spesso arranca nel portare a termine buoni inizi, quanto sono disposto a non abbandonare le mie responsabilità? E quanto sono disposto invece a farmene carico fedelmente, per quanto possa essere per me scomodo e doloroso?
11. Mi propongo di fare sempre il possibile per portare, mantenere e preservare la pace, quando ciò possa compiersi senza causare danni eccessivi in altri aspetti (33).
In una cultura tendenzialmente rissosa, tengo al valore indiscutibile che c’è nel preservare l’unità cristiana? Tengo all’importanza di mostrare una stima trasversale per il popolo di Dio, nonché il giusto rispetto del prossimo?
12. Nel narrare fatti, mi propongo di non dire altro che la pura e semplice verità (34).
Conscio di vivere una cultura di molte parole, caratterizzata da un linguaggio ridondante e tendenzialmente iperbolico, bado a non inflazionare o a non ingigantire la portata dei fatti che racconto, a mio vantaggio?
Edwards capì l’importanza di prendere risoluzioni, a causa della gioia che accompagna un cammino con Dio in Cristo Gesù. Egli scrisse:
“Dio è glorificato non solo perché la sua gloria viene vista, ma anche perché se ne gioisce. Quando coloro che la vedono se ne rallegrano, Dio è più glorificato che se la vedessero soltanto. La sua gloria è allora ricevuta da tutta l’anima, sia dall’ intelletto che dal cuore.”2
Che questa gioia possa spingerci a prendere risoluzioni sempre più ferme per Gesù!