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“Un uomo è esattamente tale quale appare quando è in ginocchio davanti a Dio. Nulla di più.”
(Robert McCheyne)

Prendendo spunto dalle parole memorabili del predicatore scozzese, questo articolo invita a considerare la tua vita di preghiera. Sebbene sia intitolato “il pastore in preghiera”, i consigli proposti sono pertinenti ad ogni cristiano. Chi di noi non asseconderebbe l’assoluta priorità della preghiera nella vita di fede? Come il bisogno di dedicarsi ordinatamente alla preghiera, per portare avanti qualunque servizio per Cristo? Tuttavia se siamo onesti, la preghiera rimane, assolutamente indispensabile, facilmente trascurabile. La preghiera può diventare una priorità elogiata solo a voce. Da cristiani ne parliamo tanto. Aggiungiamo ai messaggi l’icona delle mani in preghiera. Diciamo con leggerezza, ‘pregherò per te’. Ma tutto sommato, quando compare il resoconto settimanale delle ore trascorse sullo smartphone, non osiamo paragonarle al tempo effettivo trascorso in preghiera. Eppure, la preghiera è l’attività che evidenzia l’esercizio della fede. La preghiera svela quanto siamo difatti persone di fede.

La preghiera svela quanto siamo difatti persone di fede.

Certo non mancano le esortazioni bibliche al pregare. Luca descrive l’assemblea post-Pentecoste “perseverante nelle preghiere”, Atti 2:42. Né mancano le esortazioni apostoliche, quali, “siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”, Rom 12:12. Oppure“perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie”, Col 4:2 . La preghiera è  il migliore antidoto all’ansia, Fil 4:5-6, 1Pie 5:7. Accoppiata al ringraziamento, essa rappresenta la volontà di Dio per noi, “siate sempre gioiosi; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo verso di voi”, 1Tess 5:16-18. Se rimane vero che la preghiera è assolutamente indispensabile, ma facilmente trascurabile nella nostra cultura virtuale ed istantanea, occorrerà ordinare la vita, per creare “spazi protetti”, dedicati ad essa. A maggior ragione da ministri del Vangelo! 

Penso di averlo sempre creduto; dopo 20 anni del pastorato, ne sono ulteriormente convinto. Da pastori occorre apprendere la disciplina della preghiera. Condivido con voi quanto mi ha aiutato negli anni..

1. Separare la meditazione personale dalla preghiera ministeriale. 

Nel tempo ho imparato l’importanza di non mescolare la preghiera personale da cristiano, con quella mirata specificatamente al ministero pastorale. Ho trovato necessario distinguerle; così da vivere la consapevolezza che sono prima di tutto un cristiano, in secondo piano un ministro del Vangelo. Prima di portare avanti una vocazione da sotto-pastore, devo accostarmi da pecora al supremo Pastore.

Mi accosto a Dio da discepolo perdonato in Cristo, prima di essere ministro della parola di Cristo

Prima di pregare da guida di chiesa, devo ricordarmi che sono membro, per sola grazia, della Sua Chiesa universale. Quindi distinguo la meditazione personale, dalle preghiere che porto avanti da pastore. Mi accosto a Dio da discepolo perdonato in Cristo, prima di essere ministro della parola di Cristo. Su nota personale, ciò si traduce nella scelta di tenere una meditazione all’esordio del nuovo giorno, scollegato volutamente dai soggetti inerenti al ministero. Confondere i due sarebbe rischiare di relazionarmi con Cristo in base alle mie responsabilità, non a chi sono. Occorre approcciarmi da peccatore perdonato da Cristo, solo dopo da pastore di una chiesa locale, che Gli appartiene.

2. Formulare un programma che rifletta gli aspetti del ministero. 

Una volta distinti i due momenti, serve pianificare il tempo di preghiera dedicato alla chiesa. Consiglio di mantenere idealmente lo stesso tempo in giornata; stabilendolo come parte integrante del tuo servizio. Personalmente lo tengo di pomeriggio, cercando di dedicare la mattina principalmente al lavoro svolto sul testo biblico.

Preferisco coniugare la preghiera con una passeggiata; concentrandomi quotidianamente su un aspetto del ministero.

Preferisco coniugare la preghiera con una passeggiata; concentrandomi quotidianamente su un aspetto del ministero. Quell’aspetto cambia da lunedì a venerdì; ma nell’insieme del programma, si ricoprono le priorità da caratterizzare un ministero biblico. Negli anni, è stato utile individuare aree distinte. In primis, rimane la scelta di pregare individualmente per ognuno che frequenta la comunità. Tengo nota settimanale di chi partecipa al culto, per seguire ognuno quanto possibile. Per non perdermi alcun nome. Per integrare in tempi brevi nuove persone. Ma essenzialmente per raccogliere le minime informazioni sul come pregare per ogni singola persona presente a Forte Torre.

3. Redigere un tuo schema. 

Aggiunto alla preghiera per ciascuno, ho individuato i seguenti focus di preghiera. 

1* elemento: in prospettiva nazionale. Significa pregare per opere in Italia con cui sono coinvolto: che siano chiese specifiche, reti ecclesiali, programmi ed istituti di formazione, conferenze, risorse per la predicazione, case editrici, pubblicazione di libri, rapporti nel mondo evangelico. Più di altro, pregare per un’opera profonda di Dio nella nazione.

2* elemento: pregare per la città di Bologna, dove come chiesa siamo responsabilizzati a tenere alto il Vangelo (Fil 2:15). Significa pregare per amici, conoscenti, condomini, contatti accumulati negli anni; supplicando Dio per loro. Trovo affascinante quanto spesso incrocio in strada, persino nello stesso giorno, persone per cui ho pregato! Il senso è d’impegnarsi a favore di coloro che il Signore ci dà sovranamente di conoscere. Convinti che nessun contatto rimane a caso.

3* elemento: pregare per le priorità strategiche della chiesa. Forte Torre iniziò con dieci incontri preparatori, proiettati a porre le basi della chiesa. Piuttosto che lasciare quel lavoro nel dimenticatoio, lo incorporo in preghiera, affinché le priorità stabilite originariamente continuino ad accompagnare il percorso ecclesiale. Per accertarci che non ci allontaniamo dalle convinzioni stabilite fin dall’inizio. 

4* elemento: prego specificatamente per gli uomini. Per la formazione e la crescita di nuove guide, attuali e future, per la Chiesa di Dio. Pregare affinché noi uomini viviamo vite sante. In casa propria, e al lavoro. Che sappiamo guidare e condurre altri amorevolmente. Che siamo zelanti nell’evangelizzare. Portando avanti ministeri ricolmi della Parola di Dio. Desiderosi di provare la gioia ed il peso di quell’incarico.

5* elemento: prego per chi guida vari servizi all’interno della chiesa. Per ognuno impegnato nella scuola domenicale, con i ragazzi, gli studenti, nei club doposcuola, nella musica, in servizi amministrativi, nel condurre gruppi infrasettimanali. Non dimenticando predicatori, conduttori e musicisti. Dedicare un tempo per affiancare in preghiera i conduttori dei numerosi ministeri.

4. Adattare il programma a circostanze al flusso.

Certo tale programma si adatta, in base alla realtà in divenire. Essendo partiti in pochi, potevo pregare per ciascuno dell’assemblea in un unico giorno. Adesso servono cinque giorni, per accertarmi di non dimenticare nessuno; così da mantenere un programma su due settimane. Nello specifico, prego: lun 1: in prospettiva nazionale, merc 1: per contatti a Bologna, ven 1: le priorità strategiche, mar 2: gli uomini, giov 2: i ministeri definiti, insieme ai conduttori. Mentre gli altri cinque giorni si concentrano sui singoli della chiesa. In modo tale da tenere in giusto equilibrio le aree prioritarie, senza perdere di vista l’individuo. 

5. Tracciare le risposte con il ringraziamento. 

È meraviglioso sentire il sollievo di avere riposto tutto quotidianamente nelle mani di Dio.

È meraviglioso sentire il sollievo di avere riposto tutto quotidianamente nelle mani di Dio. Di aver sottoposto le proprie richieste alla Sua infinita saggezza. Senza perderci, con l’occhio della fede, la gioia d’intravedere negli anni quanto le richieste siano state esaudite. Sapere tracciare le risposte, con uno spirito di ringraziamento. 

In tutto questo, vogliamo provare il senso tangibile che stiamo camminando nelle benedizioni di Dio.

In tutto questo, vogliamo provare il senso tangibile che stiamo camminando nelle benedizioni di Dio. Proseguendo in cammino comunitario col Padre, per fede nel Figlio, nel potere dello Spirito Santo. Consapevoli che adoriamo un Dio non circoscritto dalle nostre preghiere, cioè non dipendente da noi, che sa compiere ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, a lode della Sua gloria.

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