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Immagina di essere un adolescente o poco più che ventenne. Sei abbattuto e ti senti solo, perché sei lontano dalla tua famiglia e dal tuo paese. Sei esausto e spaventato, perché negli ultimi mesi, i tuoi giorni e le tue notti si confondono in un ciclo continuo di paura e di dormiveglia. Hai fame e stai disperatamente cercando di scaldarti, perché sei rannicchiato nel fango di una trincea di appena un metro di profondità per un metro di larghezza… Sei nel mezzo di quella che verrà chiamata la “grande guerra”, la prima guerra mondiale, che doveva essere un conflitto lampo e risolutivo, ma che invece sta divenendo l’evento che coinvolgerà, direttamente o indirettamente, tutto il mondo e in cui perderanno la vita milioni di soldati come te e di civili come i tuoi cari. Ma tutto questo non lo sa ancora nessuno.

Per ora è la vigilia del Natale del 1914 e tu sei nella tua trincea, assieme ai tuoi commilitoni, esausti, spaventati, affamati e infreddoliti. All’improvviso qualcuno inizia ad intonare Stille Nacht, heilige Nacht e dall’altra parte della “terra di nessuno”, che divide le trincee tedesche da quelle britanniche e francesi qualcun altro segue, intonando Silent Night o Douce Nuit, sainte Nuit. Presto lungo la linea del fronte risuona l’inno natalizio Notte benigna, Notte Tranquilla che, dal Vangelo di Luca, canta l’avvento dell’Agnello di Dio, la nascita di Cristo il Salvatore. Questo canto segna l’inizio di quella che verrà chiamata la Tregua del Natale 1914. Questa sarà una delle tregue più singolari di tutta la storia, in quanto non dichiarata da governi o comandi militari, ma nata spontaneamente dalle truppe. Proprio per questa sua caratteristica non sarà uniforme. In quel giorno di Natale alcuni soldati verranno uccisi mentre uscivano dalle loro trincee, credendo che una tregua fosse stata dichiarata. Altri, invece, hanno celebrato il Natale con partite di calcio giocate tra i due eserciti, con reciproci scambi di biscotti e cioccolato, vivendo una giornata di pace in cui l’umanità ha dato il suo meglio, mentre stava dando del suo peggio!

L’illusoria promessa di pace della Tregua del Natale

L’aspetto, forse, più terribile della Tregua del Natale 1914, è proprio che gli uomini che per un giorno si sono riconosciuti come tali, che hanno riso, giocato e mangiato assieme in pace, il giorno dopo si sono di nuovo ritrovati nemici, hanno ripreso ad uccidersi e a farsi guerra, come se niente fosse successo…

Questa è la storia che abbiamo condiviso in una serie di incontri nelle scuole medie e superiori del nostro paese, Budrio (BO), seguiti da un weekend di eventi in cui abbiamo coinvolto la sede locale dell’ANPI, ascoltando le motivazioni che spinsero tanti giovani a combattere nella resistenza durante la seconda guerra mondiale; presentando anche la testimonianza di una ragazza ucraina della nostra chiesa, che era a Kiev il giorno in cui è scoppiata la guerra.

Isaia 59:8Il senso emerso in tutti questi incontri è che la Tregua del Natale 1914 e tutte le successive tregue, armistizi e corridoi umanitari, mancano di continuità. Da un lato ci mostrano il profondo desiderio di pace dell’umanità, dall’altro la nostra perversa incapacità di mantenerla.

La promessa di pace mantenuta del Natale 

Isaia 9:5 Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

Mentre siamo travolti dalle notizie della guerra in Ucraina ed in Medioriente, dagli sconvolgimenti climatici e dalle crisi economiche, Pace in terra è ciò che tanti desiderano dal Natale. Però, se cerchiamo la vera pace definitiva, dobbiamo guardare oltre gli alberi e i regali, oltre le feste a scuola o in ufficio, oltre i pranzi ed i cenoni. Dobbiamo guardare all’umile mangiatoia del Natale in cui è nato il Principe della Pace. Dobbiamo guardare ad un bambino che è il Dio potente fattosi uomo, nato nella povertà da genitori peccatori in tempi disperati, per donare la ricchezza della sua salvezza, a tutti coloro che per grazia ricevono la giustificazione nella sua morte e resurrezione!

Romani 5:1Cristo mantiene la promessa del Natale donandoci la pace con Dio perché sulla croce ha sconfitto, una volta e per tutte, il peccato che ci separava da Dio!

Giovanni 14:27Cristo mantiene la promessa del Natale perché, donandoci la pace con Dio, ci dona la pace che non dipende dalle circostanze della vita o dalla nostra ubbidienza, perché è la Sua pace! È la pace di Cristo che permette al nostro cuore di non essere disperato nel mezzo della disperazione.

Ebrei 13:20-21Cristo mantiene la promessa del Natale perché ci trasforma ed equipaggia per amare nella Sua pace il nostro prossimo, per vivere la redenzione della Sua pace in mezzo a relazioni familiari distrutte, per ricercare il perdono della Sua pace in mezzo a comunità divise, per annunciare la Sua pace anche a chi ci attacca e questo non in un solo giorno di tregua, non solo durante le feste di Natale, ma ogni giorno fino al suo ritorno!


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