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“Al pane, – disse Renzo, ad alta voce e ridendo, – ci ha pensato la provvidenza! E tirato fuori il terzo e ultimo di que’ pani raccolti sotto la croce di san Dionigi, l’alzò per aria, gridando: – ecco il pane della provvidenza!” (capitolo 14 Promessi Sposi, Alessandro Manzoni) 

La provvidenza è un concetto che, nella mente di molti italiani, rimane sempre abbastanza astratto e non ancorato nel testo biblico

Anche se il soggetto della provvidenza è ben presente nella letteratura Italiana, ne parlano tra gli altri Manzoni, Dante e Machiavelli, è un concetto che nella mente di molti italiani rimane sempre abbastanza astratto e non ancorato nel testo biblico. Per questo l’ultimo libro del Pastore John Piper, Providence, è un grande dono alla chiesa. In questo articolo cercherò di riassumere il contenuto delle 711 pagine lette durante il mio sabbatico.

Prima di introdurre il tema, Piper invita il lettore ad assumere il giusto atteggiamento davanti ad un soggetto così importante. Chiede al lettore quattro cose:

(a) Di essere pronti a contemplare delle meraviglie controintuitive – di riconoscere che “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.” (Isaia 55:9) 

(b) di cercare delle realtà oltre alle parole – di riconoscere che anche se la parola provvidenza non si trova nella Bibbia (come Trinità, discepolato, evangelizzazione ecc.), la realtà rappresentata da questa parola si trova dappertutto nelle Scritture. 

(c) di vivere in un mondo affascinato e incantato da Dio (God-enhanced) – di riconoscere le sue impronte digitali dovunque guardiamo. 

(d) di conoscere Dio come lui si rivela nella sua Parola anche quando facciamo fatica a ragionare o ad accettare ciò che lui ci dice di se stesso.

Con questo giusto atteggiamento, il lettore si trova davanti a 3 sezioni, la prima ci offre una definizione della provvidenza, la seconda ci porta a considerare lo scopo della provvidenza e la terza (quella più lunga) ci presenta una esposizione della natura e dell’ampiezza della provvidenza. Il libro è strapieno di citazioni bibliche: l’indice dei versetti usati dall’autore è lungo 24 pagine. Anche se qualcuno non si trova d’accordo con le conclusioni di Piper, è quasi impossibile non apprezzare il suo desiderio di sottomettersi all’autorità della Parola.

Sezione 1 – Definizione della provvidenza

“L’atto di provvedere volutamente e con intenzionionalità al sostegno e governo del mondo” (p. 30). Il Dio della Bibbia, secondo Piper è un Dio che vede e provvede per la sua creazione (Genesi 22:14).

Sezione 2 – Lo scopo della provvidenza

Lo scopo di Dio nel sostenere e governare la creazione, nella durata della storia di Israele e nell’inaugurazione del nuovo patto, è la lode della gloria della sua grazia (Efesini 1:6, 12 e 14). La sua gloria è definita come “la bellezza del pieno panorama delle sue perfezioni” (p. 44) che viene perfettamente dimostrata nella sofferenza del suo Figlio che risulta nella perfetta soddisfazione e lode dei redenti (p. 174). Anche l’entrata del peccato nel mondo, secondo l’autorizzazione prestabilita del Signore (p.175), serve a realizzare questo scopo. 

Sezione 3 – La natura e l’ampiezza della provvidenza

Piper incoraggia il lettore a lasciare da parte due presupposti che spesso portiamo nella lettura della Bibbia

(a) Se Dio autorizza e decreta il male morale, l’implicazione logica è che lui è malvagio. 

(b) Per essere considerato responsabile per le sue azioni, l’uomo deve possedere l’autodeterminazione definitiva nelle sue scelte. 

Se un medico può manipolare un virus letale per trovare un vaccino senza esserne contaminato lui stesso, perché Dio non può autorizzare il peccato, avendolo prestabilito, senza esserne contaminato?

Secondo Piper, questi presupposti non hanno fondamenti biblici. Se un medico può manipolare un virus letale per trovare un vaccino senza esserne contaminato lui stesso, (p. 414) perché Dio non può autorizzare il peccato, avendolo prestabilito, senza esserne contaminato? 

Piper afferma che la provvidenza di Dio opera in ogni ambito della nostra esistenza e controlla ogni aspetto della creazione. L’autore inizia con la provvidenza di Dio nella creazione, poi nelle attività di Satana e i suoi demoni, quindi tramite i re della terra e le loro nazioni. Afferma la provvidenza di Dio sulla vita e la morte, sul peccato, sulla conversione e in ultima analisi nella santificazione del discepolo. In questo panorama, in diversi momenti, Piper indica al lettore le alternative di una visione biblica della sovrana provvidenza di Dio. Se lui non è in controllo di ogni cosa, allora chi è? Se Satana può operare fuori dal controllo di Dio, se gli esseri umani malvagi possono agire indipendentemente dalla provvidenza di Dio, allora il mondo veramente è un luogo pieno di paura. Invece se ogni cosa viene pianificato e usato per il bene del discepolo, incluso il peccato e il diavolo, nulla può ostacolare l’opera di “colui che compie ogni cosa seconda la decisione della propria volontà” (Efesini 1:11).

Se Dio non è in controllo di ogni cosa, allora chi è?

Piper conclude il libro con dieci implicazioni pratiche del contemplare e assaporare la provvidenza di Dio: 

  1. ci porterà a una lode profonda e Dio-centrica; 
  2. ci aiuterà a considerare la nostra salvezza con una maggiore meraviglia; 
  3. riconosceremo che ogni cosa fa parte del suo disegno benevolo; 
  4. saremo protetti dalle voci influenti della nostra cultura; 
  5. creerà in noi una fede paziente in mezzo alla sfide misteriose della nostra vita; 
  6. trasformerà la sovranità di Dio nella sofferenza da un problema da risolvere ad una speranza potente; 
  7. ci vaccinerà contro un vangelo uomo-centrico; 
  8. ci incoraggerà nel sapere che Dio risponderà alle nostre preghiere cambiando il cuore e la mente di colui non lo conosce ancora; 
  9. ci sfiderà a credere che non c’è nulla di più importante se non la nostra evangelizzazione;
  10. ci rassicurerà che per tutta l’eternità Dio sarà glorificato nel piacere che troviamo in lui.

Ovviamente è impossibile riassumere un libro di 711 pagine in 900 parole. Purtroppo non è ancora stato tradotto in italiano. Ma veramente vale la pena leggerlo e riflettere sulla provvidenza magnifica del Signore nostro Dio!

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