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In vista del secondo Convegno nazionale TGCI che si terrà dal 12-14 aprile 2019 a Montesilvano (PE), vale la pena ripercorrere l’anno passato ricordando il motivo per cui il primo convegno fu dedicato all’esposizione della seconda lettera di Paolo a Timoteo. Qual è stato il motivo di questa scelta? Quella che probabilmente è l’ultima lettera scritta dall’apostolo prima del suo martirio può sembrare un libro a sorpresa, dal tono piuttosto conservatore, quasi cupo. In mezzo ai tempi difficili degli ultimi giorni, il giovane pastore di Efeso è qui chiamato essenzialmente a preservare, custodire e salvaguardare quanto ricevuto. All’avvio di una nuova iniziativa (almeno nella sua dimensione italiana), sarebbe facile ritenere più appropriato un messaggio di “lancio”; innovativo, originale, piuttosto che uno “difensivo”.

Eppure si è ritenuto 2 Timoteo del tutto appropriato per la “partenza” di TGCI, e questo per cinque motivi di fondo. Cinque motivi che nel loro insieme costituiscono le convinzioni del movimento nascente. Le stesse convinzioni che appunto, rispecchiando le priorità comunicate nella lettera al giovane Timoteo, formulano i conseguenti obiettivi di TGCI che, nella grazia di Dio, segneranno il percorso non solo di una prima conferenza, bensì della risorsa ministeriale che essa diventerà. Pertanto sia per motivi “biografici”, sia “programmatici”, volevo in questo breve articolo mettere in chiaro le priorità di TGCI che accompagnano le priorità contenute nella lettera apostolica scritta al giovane Timoteo.

1) La Chiesa universale di Cristo trova la sua espressione primaria nell’appartenenza vissuta all’interno della chiesa locale. In altre parole, esiste una priorità assoluta della chiesa locale, quale strumento primario nel piano di Dio per maturare il Suo popolo e raggiungere il mondo. La chiesa locale fa parte essenziale del progetto divino di far avanzare il grande mandato. Si tratta di un fatto che va ribadito, specie nel nostro paese, l’Italia, in cui spesso percepiamo quanto la realtà locale sia fragile, precaria e debole! Agli occhi di Dio, invece, essa è la manifestazione in piccolo della realtà della Sua Chiesa universale. E’ evidente che 2 Timoteo testimonia lo stesso, in quanto Paolo scrive la sua lettera in risposta ad un contesto di chiesa locale e ad un ministero ben definito (1 Tim 1:3).

Di conseguenza, TGCI vuole essere un ministero pensato non tanto per individui, quanto per chiese locali. L’invito è quello di pensare in modo collettivo, avendo una prospettiva nazionale che non è mai slacciata da un rapporto ecclesiale realmente vissuto

2) La chiesa locale ha bisogno di essere condotta da uomini fedeli. In poche parole, Paolo scrive a Timoteo in quanto guida di chiesa. Si tratta di una lettera personale, scritta ad un responsabile di chiesa, che lo richiama alla fedeltà ministeriale, perché la chiesa di Cristo fiorirà nel momento in cui sarà condotta da uomini fedeli. Credo sia impossibile esagerare la portata di tale priorità, tanto è vero che Paolo lascia Tito a Creta proprio per questo (Tito 1:5): per trovare, formare e costituire guide fedeli. Non è una vocazione semplice quella di essere “amministratore di Dio” (Tito 1:7). Le guide non si formano in un giorno! Né sono date semplicemente per esprimere il consenso della chiesa. Timoteo deve imparare a perseverare nella testimonianza davanti a tante insidie, tentazioni e distrazioni. La sofferenza fa parte del pacchetto.

(2 Tim 1:8). Non è facile essere anziano!

In tal senso, TGCI si prefigge la priorità di fornire e segnalare varie risorse, al fine di stimolare una continua riflessione e formazione nella fede di Cristo, riconoscendo che le guide di chiesa hanno bisogno d’incoraggiamento nel perseverare, proprio come Timoteo aveva bisogno della lettera di Paolo

3) Uomini fedeli che si riconoscono e si rispettano. Le sole lettere scritte a Timoteo testimoniano di un rapporto reale e continuativo. Sono l’evidenza che Paolo si prende cura di Timoteo negli anni (2 Tim 1:5). Egli segue il suo ministero, lo guida e lo sostiene in esso; lo affianca, anche se a distanza. Similmente, la convinzione di TGCI è quella di voler stimolare una rete organica di relazioni, specie tra responsabili e guide di chiese e ministeri locali, con la consapevolezza che tutti noi, tendenzialmente concentrati sul proprio orticello, rischiamo di non privilegiare la coltivazione di rapporti più ampi con altre realtà locali della chiesa di Dio.

4) Uomini che si sanno affiancare nell’amore di Cristo. Il fatto che Paolo scriva a Timoteo, avendo a cuore il giovane pastore di Efeso anche nel momento in cui egli stesso era prossimo alla morte (4:6-8), mette in chiaro quanto maturò nel tempo il rapporto tra l’apostolo e il giovane ministro di Dio! Chissà quanto incoraggiamento Timoteo traeva da tale corrispondenza? Similmente TGCI vuole rispettare la priorità di far nascere un vero senso di affiancamento e di sostegno reciproco e tangibile tra ministri di Dio, creando un ambiente in cui possano nascere rapporti veritieri e duraturi, di modo che possiamo imparare ad affiancare e sostenerci meglio nell’amore di Cristo.

5) Uomini intenti a predicare ed esporre fedelmente la Parola di Dio. La chiamata di Paolo sulla vita di Timoteo è fondamentalmente questa: custodire nel suo ministero il buon deposito del Vangelo (1:14). Questo in un ambiente in cui tanti si perderanno, si distrarranno, nuoceranno a vicenda, saranno attratti da altre cose. Sappiamo bene che l’opera dello Spirito Santo è quella di far preservare i Suoi nella verità della sana dottrina, ma data la tendenza naturale a sviarsi (4:3-4), non è affatto scontato che il ministro rimanga fedele nel tempo (4:5). Anche per questo, la prassi settimanale di studiare approfonditamente il testo biblico, al fine di presentarsi da operaio fedele (2:15), comporta la responsabilità di ambire alla predicazione espositiva: un insegnamento costante della Parola di Dio che sappia rispettare la forma e i generi dei libri biblici. In tal senso, la priorità di TGCI consiste nel voler modellare l’esposizione fedele e rigorosa della Parola di Dio, fornendo risorse utili per facilitare questa meravigliosa disciplina.

Questi furono i motivi per la scelta di 2 Timoteo: lettera legata al contesto di una chiesa locale (Efeso), scritta ad una guida, che evidenzia un rapporto vero tra Paolo e Timoteo; rapporto, a sua volta, di sostegno duraturo nel tempo in cui Paolo esorta alla perseveranza nell’esposizione della Parola di Dio. Di conseguenza, TGCI vuole dare …. una giusta priorità alla chiesa locale, mettendo a disposizione risorse per stimolare una continua riflessione e formazione, creando una rete organica di relazioni, facendo nascere un senso di affiancamento e di sostegno reciproco, modellando l’esposizione fedele e rigorosa della Parola di Dio.

E tutto questo al fine di vivere più diligentemente il grande mandato, per la gloria di Dio.

Se non ti sei potuto iscrivere al primo Convegno TGCI, perché non partecipare all’appuntamento di aprile?

Iscriviti al convegno 2019!

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