Sono una delle 310mila persone che hanno preso parte ai concerti in Italia dei Coldplay. Una decisione improvvisata e dei biglietti acquistati all’ultimo mi hanno permesso di godere di una tappa del Music of the Spheres World Tour.
Un concerto fantastico
Il concerto è fantastico. Musica coinvolgente accompagnata da un mix di emozioni e tematiche, gestualità e balli, vivace euforia e riflessiva malinconia, colori e coreografie spettacolari.
L’autore cristiano James Smith afferma che ciò che facciamo, le nostre azioni, contribuisce a determinare ciò che amiamo e quindi chi siamo. I Coldplay sembrano aver capito alla perfezione questo concetto. Assistere ad un concerto della band inglese è un’esperienza incredibile, per certi tratti mistica, liturgica, spirituale, come suggeriscono gli interludi musicali Alien Choir (Coro alieno) e Infinity Sign (Segno dell’infinito), in cui il mantra ripetuto è: Spiritus sanc, Ritus sanc.
ciò che facciamo contribuisce a determinare ciò che amiamo e quindi chi siamo
Il tutto è guidato magistralmente da Chris Martin. Il frontman della band diventa il mediatore, quasi profetico, tra l’umanità, rappresentata dal suo pubblico molto trasversale, ed un nuovo universo. Spheres, infatti, è un universo fittizio, che fa da cornice sia all’album che alla tournée dei Coldplay.
Un universo fantastico
Questo universo è fatto di immagini e di colori brillanti che si alternano nello stadio, di maschere e di outfit indossati dalla band, di enormi pianeti gonfiabili fluttuanti e di inaspettati fuochi d’artificio e coriandoli colorati. L’universo dei Coldplay è vasto, pittoresco e, soprattutto, promettente. Un universo nel quale siamo tutti alieni, come recita uno dei motti dell’intera esibizione “Everyone is an alien somewhere” (Ognuno è un alieno da qualche parte).
Nell’universo dei Coldplay c’è spiritualità ma non sembra esserci Dio.
Ed essendo tutti alieni, tutti stranieri e provenienti da mondi diversi non può esserci una definizione universale di Humankind (Umanità, terza traccia dell’ultimo album dei Coldplay). Ognuno può definire se stesso e non importa in che termini, dal momento che ogni forma aliena ha diritto di esistere.
Una delle caratteristiche dell’universo musicale dei Coldplay è, quindi, l’inclusività. Nessuno deve sentirsi escluso o irrilevante, soprattutto coloro che sono stati ostracizzati a lungo dalla società. Un esempio sono i membri della comunità LGBTQ+. È a loro che Chris Martin si rivolge, avvolto da una bandiera arcobaleno, assumendo il ruolo di rappresentante di questa comunità ed intonando le parole di People of the Pride (Popolo del Pride, settima traccia dell’album):
Saremo tutti liberi di innamorarci con chi vogliamo e dire
Yeah, Popolo del Pride
Un universo senza Dio
Nell’universo dei Coldplay c’è spiritualità ma non sembra esserci Dio. Nello Sphere non c’è un Dio visibile, relazionale, da conoscere personalmente, ma piuttosto una Higher Power (Potenza Superiore, seconda traccia dell’album), che collega tutto l’universo e che si manifesta in maniera particolare in alcune persone:
Ho alzato le mani tremando solo per farti sapere
Che hai un potere superiore
Mi fai cantare ogni secondo, ballare ogni ora
Oh, sì, tu hai un potere superiore
E sei davvero qualcuno che voglio conoscere
Questa impersonale Potenza Superiore sembra rispondere a vibrazioni ed energie. A vibrazioni positive, generate da cosa facciamo e come ci poniamo, risponde altre vibrazioni positive. In questo sistema karmico l’individuo e le sue azioni sono al centro e diventano la speranza per un futuro migliore. Martin riveste un ruolo sacerdotale quando invita tutto il pubblico ad alzare le mani per raccogliere l’amore presente e poi a muovere queste ultime verso il cielo, per diffondere le energie positive verso i posti più bisognosi della terra.
Il rischio di consumare senza alcun filtro un qualsiasi prodotto culturale, è che esso finisca per definire e modellare, il più delle volte inconsciamente, quello che crediamo e amiamo. Può accadere anche con la straordinaria esperienza musicale dei Coldplay.
Il rischio di consumare senza alcun filtro un qualsiasi prodotto culturale, è che esso finisca per definire e modellare, il più delle volte inconsciamente, quello che crediamo e amiamo.
Questo universo spirituale, colorato ed inclusivo sembra molto affascinante, una vera e propria buona notizia per l’essere umano provato dalle difficoltà del mondo in cui vive. Perchè? Perché in Sphere, effettivamente, ci sono tracce di Vangelo. Sentirsi alieni, il bisogno di essere conosciuti e inclusi, il bisogno di amore, la ricerca di una spiritualità e una “Potenza Superiore” sono bisogni creazionali, intrinsechi dell’essere umano ai quali i Coldplay provano a rispondere.
Un universo perfetto
Abbiamo, quindi, bisogno di scoprire, o costruire, un nuovo universo?
La risposta è no. L’universo creato da Dio non ha bisogno di essere sostituito: è perfetto. Il nostro universo canta al Signore ed in esso echeggia come un mantra la gloria di Dio: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento dichiara l’Opera delle sue mani” (Salmo 19:1). In esso il coro non è quello di alieni, ma di angeli che cantano “«Santo, santo, santo è l’Eterno degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria»” (Isaia 6:3). Le imperfezioni che esistono in questo universo, con conseguenze reali nelle nostre vite, sono frutto del peccato. La Bibbia però ci ricorda che l’universo intero verrà redento definitivamente e perfettamente con il ritorno di Cristo.
Le imperfezioni che esistono in questo universo, con conseguenze reali nelle nostre vite, sono frutto del peccato.
Ed è proprio la figura di Cristo che fa la differenza. Nell’universo Sphere dio è presente ovunque e da nessuna parte nello specifico. Al contrario, nel nostro universo Dio vuole farsi conoscere e si è rivelato, mostrato e manifestato in Cristo Gesù.
Chris Martin è un uomo molto popolare, ma non può di certo rappresentare l’umanità. Non può essere il Sommo Sacerdote davanti a Dio per l’umanità perché non conosce ogni persona, non è stato tentato in ogni cosa e non ha sofferto e non è morto per l’umanità. Martin è anche incredibilmente talentuoso, ma non può rappresentare Dio all’umanità. Non può essere il Profeta perché non è Dio incarnato e non è privo di peccato e fallimenti. Gesù, vero Dio e vero uomo, morto, risorto e asceso, è l’unico mediatore possibile tra l’umanità e Dio, tra immanente e trascendente, tra materiale e spirituale.
Gesù afferma: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». (Giovanni 8:12).
Gesù è veramente la Potenza Superiore, la via che va oltre, non di questo mondo. Ma è venuto in questo mondo perché le persone credano in lui e non muoiano nei loro peccati#fn1.
Solo Gesù estende l’unico invito davvero inclusivo, per chi lo accetta, in tutto l’universo. L’inclusività di Sphere è apparente, ma tende comunque a creare fazioni e divisioni. L’amore è incorporeo, evanescente, relativo.
Solo Gesù estende l’unico invito davvero inclusivo, per chi lo accetta, in tutto l’universo.
L’invito di Gesù è profondo, reale e incredibile: chiunque, così com’è e senza bisogno di opere, può venire ed essere accettato, capito, illuminato ed amato incondizionatamente. A coloro che accettano questo invito Gesù rivela la loro vera identità, non sulla base del corrotto Human Heart (Cuore Umano, sesta traccia dell’album), ma sulla base di colui che li ha creati. Coloro che accettano vengono ricongiunti, come popolo universale, a Dio e non si sentiranno più alieni ma finalmente a casa.
Non alziamo, quindi, le mani per raccogliere l’amore disseminato nell’universo ma per adorare Dio, in risposta all’amore completo e perfetto che abbiamo in Gesù. Potremmo adorarlo prendendo in prestito le belle parole di My Universe (Mio Universo, decima traccia dell’album):
Tu sei il mio universo
E voglio solo metterti al primo posto
Tu sei il mio universo
E fai sì che il mio mondo si illumini dentro
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