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La preghiera “nello Spirito” (parte 1)

Vi è mai capitato di sentire qualcuno parlare della preghiera “nello Spirito”?

Ascoltando questa espressione, a molti di noi potrebbero venire in mente immagini di una preghiera mistica e soprannaturale, un momento di forte spiritualità. Ma cosa significa veramente pregare “nello Spirito” e cosa dice la Bibbia a riguardo?

La preghiera è un tema portante della Bibbia, esemplificato al meglio dalla vita di preghiera di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Ne consegue che la preghiera dovrebbe essere un elemento portante della vita dei credenti. Joel Beeke dice che la preghiera è “l’esercizio primario della fede… È la più grande arma del cielo che abbiamo a disposizione come ministri del Vangelo… I giganti della storia della Chiesa ci superano per il tempo e l’energia che dedicavano alla preghiera privata”1. Ma la quantità non basta, come osserva Gesù commentando la preghiera dell’ipocrita (Matteo 6:7): la qualità non deve essere trascurata.

Beeke ci mette in guardia dalla “preghiera senza preghiera”. Don Carson afferma analogamente che abbiamo dimenticato come si prega. “Noi preghiamo con gioia? Siamo consapevoli del fatto che, quando preghiamo, incontriamo l’Iddio vivente, che stiamo trattando con Dio, che stiamo intercedendo con autentica unzione davanti al trono della grazia? […] Quanta parte del nostro pregare altro non è che formule stereotipate?”.

Sicuramente lo Spirito Santo sa come i credenti devono pregare se vogliono che le loro preghiere siano piene di vera preghiera. Capire quindi cosa significa pregare nello Spirito ci aiuterà a rimetterci in carreggiata.

Analisi biblica

Efesini 6:18

Paolo ha appena descritto l’armatura di Dio per i credenti in un brano che ha lo scopo di incoraggiare ed edificare i lettori. Ciò che Paolo desidera per loro è che siano forti nel Signore e nella sua potenza (10); che siano in grado di resistere contro il diavolo (11); che resistano e stiano saldi (13-14). Per fare ciò, i cristiani devono prendere la cintura della verità e la corazza della giustizia (14), il vangelo della pace come calzari (15), lo scudo della fede (16), l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio (17). Tutte queste azioni devono essere compiute in un contesto di continua preghiera nello Spirito. Il participio presente greco, tradotto in questa versione con pregate, “può effettivamente essere preso unitamente a tutte le esortazioni precedenti […] L’apostolo starebbe dicendo: ‘Indossate ogni pezzo con la preghiera’, e poi continuate ancora ‘con ogni preghiera e supplica’”.

Sembra che per Paolo tutte le vere preghiere e suppliche del credente siano fatte nello Spirito. È anche interessante notare che in questo passo, che parla di forza nella potenza di Dio, lo Spirito è collegato sia alla Parola di Dio sia alla preghiera.

La parola “nello” traduce il greco ἐν (en). La NAS Exhaustive Concordance definisce ἐν come segue:

“una preposizione primaria che denota posizione e per implicazione strumentalità. Definizione: nel, sul, presso, da, con”.

E l’HELPS Word-studies:

“propriamente, nel (dentro, all’interno); (in senso figurato) “nel regno (sfera) di”, ossia nella condizione (stato) in cui qualcosa opera dall’interno (all’interno)”.

Giuda 1:20-21

In questi versetti, i lettori (“ma voi”) sono chiamati ad essere in contrasto con gli empi da cui Giuda ha messo in guardia nel corpo principale della lettera. Come in Efesini, il contesto è di incoraggiamento e di insegnamento positivo. In Giuda 1:20-21 troviamo “quattro ingiunzioni, tutte in forma participiale. Si riferiscono a fede, speranza, amore e preghiera”, che sono aspetti del cammino cristiano che non dovrebbero mai essere abbandonate fino all’arrivo della vita eterna.

Secondo Giuda, la preghiera deve essere fatta ἐν (“nello”) Spirito Santo e il quadro fornito dall’autore è trinitario.

Altri esempi

Quelli sopra citati sono gli unici due testi biblici che presentano l’espressione “pregare nello Spirito”. Ci sono poi altri versetti che sembrano accennare a un concetto simile, ad esempio i due riportati di seguito.

Galati 5:16-17

In questo brano non è citata espressamente la preghiera, e il cammino di cui parla Paolo non presenta la preposizione ἐν (“nel”), anche se il sostantivo “Spirito” al dativo che può essere reso come “secondo lo Spirito” o anche “in Spirito”, rendendola un’espressione simile alle precedenti.

Ciò che colpisce qui è che il cammino nello Spirito che Paolo vuole che i Galati seguano è un cammino perpetuo, quotidiano. Non si tratta di un momento speciale in cui lo Spirito viene e permette ai credenti di camminare nello Spirito, ma del risultato di un processo tramite cui una persona è stata trasformata,  in modo che la carne sia  stata sovrastata dallo Spirito. Tim Keller descrive questo processo in questo modo: “È più corretto pensare allo ‘Spirito’ come al cuore cristiano rinnovato, reso nuovo dallo Spirito Santo. La nostra natura peccaminosa era lì, dominante e non contrastata […] Lo Spirito, tuttavia, è entrato in modo soprannaturale quando siamo diventati cristiani per la prima volta e ha iniziato un rinnovamento che ora è la nostra ‘nuova natura’”. Poiché i Galati erano persone rinnovate, in cui abitava lo Spirito, dovevano camminare attivamente e intenzionalmente nello Spirito, decidendo continuamente di rispondere ai desideri dello Spirito piuttosto che a quelli della carne. Keller, ancora una volta, parla di questi desideri dello Spirito menzionati nel versetto 17 e dice che “lo Spirito parla della bellezza e della grandezza di Cristo. Lo Spirito, quindi, desidera mostrarci Cristo e conformarci a Cristo.”

Romani 8:26-27

Anche se in questi versetti non troviamo l’espressione “nello Spirito”, Romani 8 è a tutti gli effetti un capitolo nello Spirito. La parola “spirito” è citata 22 volte in Romani 8 e l’intero capitolo offre grandi spunti di riflessione sul ruolo dello Spirito Santo e su come interagisce con il Dio-Padre che adotta, con il Figlio-Cristo che adempie e libera dalla legge, e con coloro che ora sono figli, eredi e non più nella carne ma nello Spirito. Anche in questo caso, Paolo sta descrivendo una nuova realtà che riguarda i credenti ogni giorno, e non solo momenti sporadici di incontri speciali con lo Spirito.

Paolo ha già affermato che è lo Spirito che ci fa gridare a Dio “Abba! Padre!” (15), e ora scrive che lo stesso Spirito aiuta i credenti quando non sanno nemmeno come pregare. Lo fa intercedendo per loro e lo fa perché è nelle loro debolezze. I credenti non solo pregano nello Spirito, ma lo Spirito è in loro. C’è un’unione profonda. L’originale greco dice letteralmente che lo Spirito si unisce per aiutare le debolezze nostre. “Si unisce per aiutare” è definito come “dare assistenza con piena iniziativa perché intimamente connesso – fornendo un aiuto che corrisponde esattamente al bisogno”.

L’intercessione dello Spirito, all’opera nella mancanza di vera preghiera del credente, fornisce assistenza in modo che ciò che esce sia in sintonia con la volontà di colui che scruta i cuori, Dio Padre. E, ancora una volta, questo avviene in una cornice trinitaria. Secondo Douglas Moo, Romani 8:34 mostra che “c’è uno nei cieli, il Figlio di Dio, che intercede in nostro favore, difendendoci da ogni accusa”. E allo stesso tempo c’è anche “un intercessore ‘nel cuore’, lo Spirito di Dio, che prega efficacemente il Padre a nostro favore durante le difficoltà e le incertezze della nostra vita qui sulla terra”.

Nel prossimo articolo, dopo questa breve panoramica biblica, verrà proposta una possibile interpretazione pratica dell’espressione “preghiera nello Spirito”. Nel frattempo possiamo, sin da ora, ringraziare il Signore per il dono della preghiera nella quale, grazie allo Spirito Santo, possiamo dimorare continuamente, in modo da onorarlo con le nostre vite.


1 Joel Beeke, ‘Cultivating Private Prayer as a Pastor’, accessed 31 January 2022, www.desiringgod.org/messages/cultivating-private-prayer-as-a-pastor.

2 Ibid.

3 A. Carson, Un appello per una riforma spirituale (Passaggio, 2005), 19.

4 Francis Foulkes, L’Epistola di Paolo agli Efesini (Roma: Edizioni GBU, 1999; traduzione mia), 221.

5 ‘Interlinear Bible’, accessed 31 January 2022, biblehub.com/interlinear/.

6 Michael Green, La Seconda Epistola di Pietro e l’epistola di Giuda (Roma: Edizioni GBU, 1997; traduzione mia), 264.

7 R. Alan Cole, L’epistola di Paolo ai Galati (Roma: Edizioni GBU, 1999; traduzione mia), 263.

8 Timothy Keller, Galatians For You (United Kingdom: The Good Book Company, 2014), 145.

9 Ibid., 147.

10 HELPS Word-studies, ‘Interlinear Bible’, accessed 31 January 2022, biblehub.com/interlinear/.

11 Timothy Keller, Romans 8-16 For You (United Kingdom: The Good Book Company, 2015), 42.


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