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La storia

I leader palestinesi avevano indetto un “giorno d’ira” in Cisgiordania venerdì 25 luglio 2014, dopo che era stata colpita una scuola di Gaza, che veniva utilizzata come rifugio delle Nazioni Unite. I funzionari della difesa israeliana avevano sostenuto che il razzo, che aveva ucciso 15 persone e ne aveva ferite più di 200, era stato probabilmente lanciato da Hamas. Quel venerdì aveva segnato il diciottesimo giorno consecutivo di violenze tra israeliani e militanti di Hamas in Medio Oriente, un’ondata di conflitto apparentemente indomabile che ha causato più di 800 vittime (soprattutto civili).

Nel frattempo migliaia di cristiani evangelici si erano riuniti a Washington, D.C., per il summit dei Cristiani Uniti per Israele (CUFI). “Quando ci si mette contro Israele,si perde la bussola morale”, aveva affermato  il fondatore John Hagee alla folla riunita. Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (in un messaggio videoregistrato) e l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Ron Dermer erano intervenuti al summit. Con quasi 1,75 milioni di membri, il CUFI sostiene di essere la più grande organizzazione pro-Israele degli Stati Uniti.

Israele possiede un ‘diritto divino’ sulla Terra Promessa? Che cos’è, in ogni caso, la ‘Terra Promessa’?

Questo tipo di eventi in Medio Oriente e in America suscitano domande tipiche e vitali. Israele possiede un “diritto divino” sulla Terra Promessa? Che cos’è, in ogni caso, la “Terra Promessa”? L’interminabile conflitto israelo-palestinese è sempre stato caricato di significato biblico. Israele, dopotutto, non per niente ha soprannominato una precedente campagna anti-Hamas “Operazione Colonna di Nuvola”.

Il contesto

Dieci anni fa [l’articolo è stato pubblicato, originariamente nel 2014, N.d.R.] John Piper, allora pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, espose un sermone tratto da Romani 11:25-32 intitolato “Israele, Palestina ed il Medio Oriente”. In esso presentava sette principi riguardanti la questione, da sempre controversa, della “Terra”:

Gesù Cristo è venuto nel mondo come il Messia ebraico, ma il suo stesso popolo lo ha rifiutato e ha rotto l’alleanza con il proprio Dio.

  1. Dio ha scelto Israele tra tutti i popoli del mondo per essere di suo possesso.
  2. La Terra fa parte dell’eredità promessa ad Abramo ed alla sua discendenza per sempre.
  3. Le promesse fatte ad Abramo, compresa la promessa della Terra, saranno ereditate come dono eterno solo dall’Israele vero e spirituale, non dall’Israele disobbediente e miscredente.
  4. Gesù Cristo è venuto nel mondo come il Messia ebraico, ma il suo stesso popolo lo ha rifiutato e ha rotto l’alleanza con il proprio Dio.
  5. Pertanto, lo Stato laico di Israele oggi non può rivendicare un diritto divino attuale sulla Terra, ma esso e noi dovremmo cercare una soluzione pacifica non basata su diritti divini attuali, ma su principi internazionali di giustizia, misericordia e realizzabilità.
  6. Per fede in Gesù Cristo, il Messia ebraico, i Gentili diventano eredi della promessa di Abramo, compresa la promessa della Terra.
  7. Infine, questa eredità del popolo di Cristo sarà disponibile alla seconda venuta di Cristo per stabilire il suo regno, non prima. Fino ad allora noi cristiani non dobbiamo prendere armi per reclamare la nostra eredità, ma piuttosto deporre le nostre vite per condividere la nostra eredità con il maggior numero possibile di persone.

Perché è importante?

Indipendentemente dalla vostra posizione teologica o politica, gli eventi delle ultime due settimane  segnano un altro sviluppo angosciante nella saga israelo-palestinese. Questa è primariamente un’opportunità per pregare. Pregate per gli israeliani, portatori dell’immagine di Dio, affinché investighino le Scritture e trovino vita nel Salvatore (Giovanni 5:39-40, 46). Che possano scoprire che il punto d’incontro tra Dio e l’uomo non è più un luogo – sia esso un tempio ricostruito o un’area geografica – ma una Persona risorta, regnante e che presto tornerà (Giovanni 4:21-26).

Questa è primariamente un’opportunità per pregare.

Pregate anche per i palestinesi, portatori dell’immagine di Dio, affinché essi si rivolgano in massa verso Gesù il Re. Pregate in particolare per i nostri fratelli e sorelle palestinesi nella fede; dopo tutto, ci sono molti più cristiani palestinesi in Medio Oriente di quanto non dicano i titoli dei giornali.Possa il Principe della Pace rivelare ciò che è stato nascosto (Luca 19:41-42) e portare lo shalom eterno in una Terra dove scorrono sangue e odio, con poco latte e miele da trovare.

 


Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition.

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