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Le citazioni che seguono hanno catturato la mia attenzione mentre leggevo il nuovo, fenomenale libro di Mark Dever e Jamie Dunlop, Comunità Attraente: quando la potenza di Dio rende una chiesa avvincente (ADI-MEDIA, 2017) [estratto, N.d.T]. Grazie a Tony Reinke per aver ispirato l’idea delle 20 citazioni.


“La Scrittura insegna che la comunità che conta è quella costruita da Dio. Noi possiamo coltivarla, nutrirla, proteggerla ed usarla. Ma non ci azzardiamo a fingere di crearla”. (14)

“Ciò che [spesso] accade è un fenomeno demografico e non necessariamente un fenomeno evangelico. Le mamme single gravitano l’una verso l’altra indipendentemente dal fatto che il Vangelo sia vero o meno. Questa comunità è meravigliosa ed utile- ma la sua esistenza non dice nulla sulla potenza del Vangelo”. (20-21)

“Quando i cristiani si uniscono intorno a qualcosa di diverso dal Vangelo, creano una comunità che probabilmente esisterebbe anche se Dio non ci fosse. Come una moderna torre di Babele, quella comunità glorifica la propria forza invece di quella di Dio”. (23)

Comunità attraente“La storia del nostro mondo è una lunga storia di conflitti tribali in cui nessuno è più vicino di coloro che sono famiglia. Con un’eccezione fondamentale: la chiesa locale. Quando due persone condividono Cristo – anche se tutto il resto è diverso – sono più vicine di quanto possano esserlo attraverso dei legami di sangue. Sono la famiglia di Dio”. (26)

“Niente salvaguarda il Vangelo come la soprannaturale comunità di fede  che la predicazione del Vangelo produce. Perdi ciò che di soprannaturale c’è in questa comunità e, temo in una generazione o poco più, perderai il Vangelo”. (41)

“Seguire Cristo è amare gli altri cristiani. . . . L’amore tra credenti non è un segno di maturità, è un segno di fede salvifica”. (52)

“Si scopre che qualcosa di cui tutti parlano – la comunità autentica – sia legata a qualcosa di cui si parla raramente: l’appartenenza alla chiesa”. (54)

“Compatite i poveri responsabili delle chiese – siano esse grandi o piccole – che un giorno dovranno rendere conto di greggi che sono così amorfi che nessuno sa veramente chi ci sia dentro la chiesa. Compatite i poveri frequentatori della chiesa che non si impegnano mai ad obbedire ad una particolare serie di leader di chiesa e cercano invece di essere responsabili come pastori di sé stessi, una responsabilità che non sono mai stati destinati ad assumersi”. (59-60)

“Cristo ha dato alla Chiesa dei ministri della Parola non per attuare un cambiamento, ma per preparare altri ad attuare  un cambiamento. Il sermone della domenica mattina non è il traguardo del ministero della Parola, ma la linea di partenza”. (90-91)

“I buoni libri sono piccole pillole a rilascio graduale di insegnamenti che trasformano la cultura e che potete diffondere nella vostra chiesa. Regalateli spesso (ottenendo in cambio la promessa che verranno letti), e un po’ alla volta cambierete il modo in cui le vostre persone pensano alla chiesa.” (123)

“Ai nuovi membri della nostra chiesa dico che voglio una musica che li aiuti ad adorare Dio se si sono fidanzati la sera precedente, e voglio una musica che li aiuti ad adorare Dio se si sono lasciati la sera precedente. Quando selezionate  la musica con una varietà di punti di partenza emotivi, insegnate alla vostra congregazione che le promesse di Dio sono vere indipendentemente dalla nostra condizione emotiva”. (143)

Seguire Cristo è amare gli altri cristiani. L’amore tra credenti non è un segno di maturità, è un segno di fede salvifica

“Il modo in cui gestite il vostro programma la domenica dice molto riguardo a ciò che vi aspettate dalla vostra comunità. Che cosa succede se essa venisse accompagnata dal parcheggio alla stanza dei bambini e poi direttamente nella vostra sala simil teatro con posti a sedere, per poi essere gentilmente invitata ad affrettarsi verso l’uscita per fare spazio alla riunione successiva? Questo direbbe che la chiesa si basa principalmente sull’esperienza di ciò che accade durante l’incontro, piuttosto che sulle relazioni che si formano intorno alla riunione. . . . I consumatori si affrettano ad entrare ed uscire dalla riunione, vedendo la chiesa come un “drive-thru” spirituale. I fornitori, invece, arrivano presto e, se possono, restano anche dopo. Vedono la chiesa più come una famiglia e meno come un evento”. (144, 145)

“Le ragioni per cui noi apprezziamo l’unità spesso divergono dalla ragione per cui Dio apprezza l’unità. Quando insegnate in merito all’unità della chiesa, definitela tramite il valore che ha per Dio. Sì, l’unità è piacevole. Sì, rende la chiesa felice. Sì, accorcia le riunioni. Ma in definitiva l’unità è preziosa perché riflette il carattere e l’essere di Dio. . . . A Dio interessa la nostra unità perché mette in mostra la sua potenza e la sua saggezza”. (164)

“Sono abbastanza certo che la vostra chiesa non sia il posto migliore per tutti. Alcuni potrebbero trovarla troppo grande, altri troppo piccola. Alcuni potrebbero trovare la vostra leadership troppo autoritaria, altri troppo passiva. Alcuni possono trovare il vostro ambiente spirituale estenuante, altri insipido. Utilizzate ogni partenza come un’opportunità per riesaminare il vostro ministero, ma non presupponete mai che ogni allontanamento sia un segno di fallimento. Il compito della vostra chiesa è quello di condurre ogni membro verso i pascoli più verdi, anche quando ciò significa condurlo in un’altra chiesa fedele”. (167)

“Con poche eccezioni, la conversazione sul peccato di un altro dovrebbe essere o una confessione (ad esempio, confessare una mia cattiva reazione quando ho subito un torto) o una collaborazione (ad esempio, parlare insieme di come possiamo incoraggiare quella persona verso la santità). . . . Con il nostro peccato, dovremmo essere aperti e trasparenti; con il peccato degli altri, dovremmo essere discreti”. (174-75)

“L’autopromozione ed il moralismo vogliono che il cerchio di coloro che vengono a conoscenza del peccato di qualcuno sia il più esteso possibile. Ma quando il mio obiettivo è l’esaltazione di Cristo attraverso la restaurazione di un fratello, terrò il cerchio il più piccolo possibile per il maggior tempo possibile.” (175)

“Se la cultura della vostra chiesa elogia coloro che da soli “conquistano” i non cristiani alla fede, date un esempio migliore. Pregate che quando Dio porta un vostro amico a Cristo, la vostra comunità lo avrà abbracciato a tal punto che egli stesso non saprà chi lo ha “conquistato” alla fede”. (192)

“Senza una comunità soprannaturale, la chiesa non può competere con il mondo per attrarre i non cristiani. Per le persone votate al piacere e all’ambizione, il mondo sarà sempre un luogo più attraente della vostra chiesa per trascorrere una domenica mattina. Non si può superare il mondo”. (193)

“La nostra più grande attestazione  del Vangelo è la comunità della chiesa locale. Perciò, la nostra migliore strategia per raggiungere il mondo è di alimentare quella comunità in modo da trasformarla in un fuoco ardente di testimonianza soprannaturale, che sarà molto più attraente di quanto possa esserlo qualsiasi modifica della nostra musica, dei nostri piccoli gruppi o dei nostri sermoni”. (194)

“A volte, quando la mia chiesa celebra la Cena del Signore, lascio che il mio sguardo si sposti da una persona all’altra, immaginando come saranno in cielo. C’è Margaret, laggiù, che mi manda tutte quelle e-mail scoraggianti, eppure ama il suo Signore e la nostra chiesa. Socchiudendo gli occhi verso il futuro, riesco quasi a vederla ora, splendente dell’amore saggio e della compassione del suo Signore. Joe, che è seduto qualche fila più indietro, dice sempre le cose come le vede. Questo a volte può risultare sconcertante oggi, ma la bellezza dell’onestà sottostante si tradurrà un giorno in una lode sentita al nostro Re. Poi c’è Marie, che ha parlato con me una dozzina di volte di lotte contro l’incredulità. Posso immaginarla mentre guarda con infinita gioia e fiducia il suo fedele Redentore”. (212)


Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition.

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