Pur essendo un articolo sulla politica americana e quindi lontano dalla situazione in Italia, i principi su come si può parlare di politica con il vangelo al centro sono applicabili ugualmente. Come comitato editoriale abbiamo ritenuto opportuno proporre il seguente articolo con la speranza che i principi che vengono descritti possano aiutare il mondo evangelico italiano ad affrontare confronti intergenerazionali delicati in maniera amorosa e vangelocentrica.
La chiesa americana è giá stata messa alla prova dalle elezioni del 2020. Oggi, tra le dinamiche in gioco c’è una crescente spaccatura generazionale tra gli evangelici conservatori.
Sento sempre più giovani evangelici di orientamento conservatore esprimere la propria delusione per il comportamento politico dei loro genitori conservatori, sempre più radicalizzati verso l’estrema destra complottista grazie a una dieta costante di Fox News, Rush Limbaugh e Ben Shapiro. Un giovane pastore ha raccontato che, per quanto i suoi coetanei vogliano attingere alla saggezza della generazione dei loro genitori, sembra che di saggezza ne sia rimasta poca. Per usare le parole di un amico pastore: “Si sono tutti abbandonati alla follia dell’America”. Quando Michelle Obama ha detto che i ragazzi americani “si guardano intorno chiedendosi se per tutto questo tempo abbiamo mentito loro su chi siamo e su ciò a cui teniamo veramente”, le sue parole riflettevano lo stato d’animo di molti giovani evangelici.
Per molti di noi, la delusione non è principalmente dovuta al fatto che i nostri genitori, pastori o modelli di riferimento votino per Donald Trump. Considerando la controparte e le sue politiche estreme a favore dell’aborto, la sua spinta in direzione maoista riguardo alle norme di comunicazione e la sua ottica da ghigliottina, possiamo capire perché gli elettori cristiani possano ritenere Trump il male minore. La delusione è dovuta al fatto che gli anziani fra noi non sembrano trovare alcun male in Trump, sia quando lo sostengono con entusiasmo come se fosse un guerriero mandato da Dio e un protettore dell'”America cristiana”, sia quando si rifiutano di denunciare anche solo una delle parole e azioni moralmente degradate che avrebbero prontamente denunciato in un presidente democratico. La confusione è generata dal fatto che molti di coloro che, ad esempio durante lo scandalo Monica Lewinsky, insistevano sul concetto di moralità come irrinunciabile qualifica presidenziale, ora considerano la stessa moralità qualcosa di negoziabile. Ciò che è allarmante è vedere come molti cristiani più anziani non sembrino allarmati quando Trump tira fuori una Bibbia come fosse un gadget decorativo per servizi fotografici, o quando il vicepresidente Mike Pence si rifà a Ebrei 12:1-2 per suggerire di “fissare i nostri occhi” sulla bandiera americana oltre che su Gesù.
Di nuovo, si possono avanzare argomenti ragionevoli per cui i cristiani dovrebbero votare per Trump (così come si possono avanzare argomenti a favore di altri candidati). Ciò che è frustrante è quando i nostri leader insinuano che i veri cristiani debbano votare per Trump, gettando così un anatema sui molti credenti che non riescono a conciliare il voto per Trump con la loro fede. Inoltre, quando salta fuori che alcuni “leader evangelici” di spicco che difendono le relazioni extraconiugali di Trump sono essi stessi coinvolti in sordidi triangoli sessuali e in presunti comportamenti predatori, tutto inizia a sembrare una messinscena. Possiamo fidarci dei nostri leader religiosi? O in realtà si è trattato sempre e solo di potere politico?
Anche se i giovani evangelici si pongono queste valide domande, dovrebbero anche porsi alcune domande critiche. Se vi sentite frustrati per la politica dei vostri genitori o dei leader più anziani, chiedetevi: Come posso osservare i comandamenti (non i suggerimenti) biblici di amarli, onorarli e rispettarli (ad esempio, Le 19:32; Mt 15:4; Ef 6:1-4; 1 P 5:5) nonostante la mia frustrazione?
Essere delusi senza essere irrispettosi
Cerca di capire. Non presumere il peggio. Non attribuire immediatamente le loro preferenze politiche al razzismo, alla xenofobia, all’avidità o a qualche altro vizio. Pensaci due volte prima di attribuire la loro politica all’idolatria. Sebbene i loro orientamenti politici possano essere in parte radicati nel peccato e nell’idolatria, è importante riconoscere che probabilmente lo sono anche i tuoi (per saperne di più, vedi sotto). Invece di giudicarli, mostra grazia e intraprendi un dialogo. È probabile che qualche aspetto del loro background spieghi perché si collocano da una parte o dall’altra a livello politico. Quindi ascolta le loro storie. Molti genitori baby boomer che hanno vissuto gli anni ’60 probabilmente leggono gli eventi di oggi attraverso quella lente. Se i tuoi genitori immigrati sono fuggiti in America da un regime instabile o oppressivo, informati su come le loro esperienze con questa nazione influenzino la loro posizione politica attuale. Ognuno di noi ha una storia personale che dà forma alla propria visione politica. Fai partire il tuo confronto da questo livello.
Entra nella conversazione non solo pronto a sfidare o a ‘insegnare’, ma pronto ad ascoltare bene e a imparare.
È fondamentale anche assumere un atteggiamento di umiltà piuttosto che di arroganza. Odio vedere i giovani evangelici postare sui social media dichiarazioni supponenti e prive di grazia ogni volta che qualche cristiano più anziano esprime opinioni politiche che a loro non piacciono. Certamente ci sono momenti in cui è opportuno che la generazione più giovane affronti e corregga quella più vecchia. Quando Paolo dice a Timoteo di “non riprendere con asprezza l’uomo anziano” (1 Ti 5:1), il verbo greco è una versione particolarmente intensa di rimprovero (tradotto “essere aspro nel riprendere” dalla CEI). Il punto non è che non dovremmo mai rimproverare i nostri anziani, ma che dovremmo evitare rimproveri duri, taglienti e irrispettosi. Purtroppo, i social media non sono spesso un buon forum per un rimprovero amorevole e rispettoso, cioè biblico. Se vuoi mettere in discussione le posizioni politiche di una persona anziana, fallo offline. Invia un’e-mail rispettosa o offrile un caffè. Entra nella conversazione non solo pronto a sfidare o a “insegnare”, ma pronto ad ascoltare bene e a imparare.
La storia si ripete
Che i giovani vengano delusi, o addirittura irritati, dalle visioni politiche della vecchia generazione non è un fenomeno nuovo; anzi, si verifica in quasi tutte le generazioni. Mezzo secolo fa, molti Baby Boomers erano in piazza a protestare mentre i loro genitori guardavano in TV e scuotevano la testa. Le generazioni reagiscono l’una all’altra e il pendolo continua a oscillare. Ciò che sta accadendo ora tra gli evangelici più giovani e quelli più anziani (come parte di un più ampio gap generazionale) non è unico dal punto di vista storico.
La dinamica ciclica delle oscillazioni in politica da una generazione all’altra dovrebbe indurre i giovani evangelici a riflettere. Dovremmo chiederci se le nostre frustrazioni nei confronti della linea politica della vecchia generazione non ci stiano spingendo nella direzione opposta più velocemente di quanto faremmo altrimenti. Se ci sembra che i nostri genitori si siano radicalizzati in una direzione, siamo abbastanza lucidi da riconoscere se noi stiamo diventando più radicali nell’altra direzione? Se ci lamentiamo che i nostri genitori hanno anteposto la politica alla fede, siamo così sicuri di non essere sulla strada che porta a fare la stessa cosa, solo con idee politiche diverse?
Tutto ciò dovrebbe servire da ammonimento anche per la vecchia generazione: Se fate della politica il vostro fine ultimo, al punto da farla diventare una sorta di religione secolare, non stupitevi se i vostri figli faranno lo stesso, solo con una visione politica diversa.
Giovani evangelici, riconoscete che quando noi stessi diventeremo genitori con figli adulti, è probabile che anche i nostri figli non condivideranno completamente le nostre posizioni politiche, qualunque esse siano. L’alta probabilità che questo accadrà dovrebbe mitigare la nostra rabbia e portarci ad avere più comprensione per la visione politica dei nostri genitori, indipendentemente da quanto delusi o frustrati possiamo sentirci.
Quello che abbiamo in comune
Invece di lasciare che la politica ti allontani dai cristiani più anziani che ti circondano, concentrati su ciò che avete in comune.
Invece di lasciare che la politica ti allontani dai cristiani più anziani che ti circondano, concentrati su ciò che avete in comune. Pensare che i propri genitori o nonni abbiano completamente torto su tutto ciò che riguarda la politica e che abbiano la vista compromessa da punti ciechi generati dal peccato è sinonimo di immaturità. Maturità, invece, è ammettere che anche tu sei incline ad avere dei punti ciechi, anche se diversi. Maturità è riconoscere che anche tu sei altrettanto pieno di peccato e che sia tu che loro dovete ancora crescere molto per diventare simili a Cristo.
Per quanto la politica sia una forte causa di rottura tra una generazione e l’altra, Cristo è un legame ancora più forte.
Invece di discutere all’infinito di politica, a tavola o sui social media – e di aumentare un reciproco senso di frustrazione – magari passate più tempo a cantare inni insieme, a studiare la Bibbia insieme, a servire in chiesa insieme. Per i cristiani giovani e anziani, bianchi e neri, di qualsiasi orientamento partitico, ricordate che quello che avete in comune con un altro membro del corpo di Cristo è più significativo (ed eternamente più duraturo) delle vostre differenze. Ricordate che, per quanto la politica sia una forte causa di rottura tra una generazione e l’altra, Cristo è un legame ancora più forte.
Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition.