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Ipoconnessi?

Una società sempre più connessa grida per autentiche e profonde connessioni.

Siamo sempre più connessi. Almeno così pare a giudicare dalle statistiche. Ecco alcuni dati sull’uso dei social e della messaggistica per l’Italia: Youtube – 37,4 milioni di utenti, FB – 35,7 milioni di utenti, IG – 30,1 milioni di utenti, Whatsapp – 33.8 milioni di utenti, Messenger 17.2 milioni di utenti. E il tempo? In Italia circa 6 ore di connessione al giorno con il 53,7% degli utenti che vuole restare in contatto con amici e familiari. Siamo sempre più iperconnessi.

In un mondo sempre più iperconnesso siamo già, ipoconnessi. Sembriamo connessi, ma siamo soli.

Eppure c’è una crescente crisi personale. Il 56% degli italiani è convinto di contare poco nella società; il 60,8% prova una grande insicurezza a causa dei tanti, diversi, inattesi rischi. Generalmente c’è aria di ‘sempre più connessi, ma sempre più soli’.

Paolo Crepet, psichiatra e osservatore attento all’evolversi della vita contemporanea, in una recente intervista sul Corriere della Sera è stato particolarmente diretto: “Noi stiamo diventando soli e ne siamo contenti. Abbiamo smesso di parlarci. Nelle scuole, in famiglia, nelle sezioni, nelle parrocchie, nei circoli o nelle piazze. Se vogliamo salvarci dobbiamo disallinearci, dobbiamo rinunciare all’ovvio, vivere la vita da un punto di vista originale. Non dobbiamo replicare, dobbiamo inventare.” Un problema c’è. In un mondo sempre più iperconnesso, bisogna riconoscere che il problema, in effetti, è che stiamo diventando, o siamo già, ipoconnessi. Ci manca la vera connessione. Sembriamo connessi, ma siamo soli.

CONNESSIONE ORIZZONTALE

Guardandosi attorno notiamo che ci si parla sempre di meno. Eppure c’è un vero bisogno di essere davvero connessi fra di noi, di trovare l’interesse e la stima degli altri, di parlare di tutto, aprirsi e condividere.

Ecco il grande comandamento citato da Gesù: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso.” (Lc.10:27). Il grande comandamento di Dio include l’amore per il prossimo. Vorremmo tanto che l’altro ci amasse, come avremmo sperato noi. Paradossalmente l’altro pensa la stessa cosa. E così, nell’immobilismo collettivo, abbiamo trovato un’alternativa facile facile – fissare uno schermo e ‘connetterci’ così.

Ma Gesù passava tempo con la gente. Restava a tavola, ascoltava, parlava. Era interessato davvero e amava. Si connetteva con le folle ma si connetteva anche con il singolo: “Cosa vuoi tu che io ti faccia?” (Mc.10:51) “Simon Pietro, mi ami tu?” (Gv.21:16). “Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua» (Lc.19:5)”.

CONNESSIONE VERTICALE

Perché ci sia vera comunità (connessione orizzontale) abbiamo bisogno di essere connessi in verticale.

La croce, dopotutto, non fa audience

Sin dall’Eden, l’uomo desidera disconnettersi da Dio per fare ciò che vuole (Gen.3:6, Ef.2:2).  Quindi, preferisco un influencer con fake news che mente nel promettere una vita migliore se solo posso seguire quello che vedo, quello che mi piace, quello che voglio (Gen.3:4-5). E poi, quando vedo mio fratello a cui le cose vanno meglio, lo elimino (Gen.4:5). Quando come gente vogliamo emergere, preferiamo lasciarci definire da altri ‘schermi’ piuttosto che le indicazioni date da Dio. In fin dei conti, quello che conta è il divertimento e essere come gli altri (Gd.2:12). E poi, laddove il messaggio del Messia non mi conviene più, mi disconnetto (Lc.18:18-25). La croce, dopotutto, non fa audience (Mc.15:12-15; Lc.23:49). Siamo sempre tentati di preferire la connessione orizzontale – piacere agli uomini ma non a Dio. (Gv.12:42-43)

E la tragedia è che, essendo ipoconnessi con Dio, lo diventiamo anche gli uni con gli altri. Perché la migliore connessione orizzontale dipende dalla connessione verticale.

PER ESSERE BEN CONNESSI HAI BISOGNO DI:

Innamorandoti di Gesù, i tuoi desideri saranno ben altri. Non sarai più dipendente da schermi, giochi, messaggi e like.

  1. STABILITÀ: Trova stabilità e identità in Dio – ci vuole una frequentazione vera, intima e profonda. “Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi” (Gc.4:8). La buona notizia è che non devi dipendere dal virtuale, da quanta ‘comunità’ hai, da quanto sei influencer o influenzabile… La buona notizia è: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.” (2 Cor.5:17)
  2. DIGIUNO: Digiuna dalla iperconnessione – considera il Meglio. Lascia le ore di visione di uno schermo, almeno per un tempo, disintossica la tua mente ed il tuo cuore. Innamorandoti di Gesù, i tuoi desideri saranno ben altri. Non sarai più dipendente da schermi, giochi, messaggi e like. “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. (Mt.6:33)
  3. REALTA’: Valorizza, nutri e investi sul reale piuttosto che sul virtuale – invece di vivere una vita di slogan, di convenevoli, di frammenti di vita, considera il reale. Il Salmo 133 è spesso citato come il massimo del buono. “Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme!” (Sal.133:1) Non è un messaggino, una zoomata. È vivere insieme!
  4. QUALITÀ: Cerca qualità, non quantità – forse in modo più radicale, domandati: su chi posso investire in modo significativo sentendoli, ascoltandoli, prendendoli a cuore? Magari ci vuole poco per scoprire tra i tuoi amici e followers qualcuno che aspetta proprio un cammino con te.
  5. AUTENTICITÀ: Vivi autenticamente – Gioisci e piangi – nella connessione, sii autentico. Quando conosci Gesù godi la comunione con altri che, come te, hanno fatto di Lui il Centro. Nella connessione orizzontale lascia che la dimensione di stabilità verticale sia il centro delle tue relazioni.

É Il vangelo ad essere la buona notizia che cambia, che porta speranza. Crepet diceva nello stesso articolo: “Io credo che questa generazione smarrita cerchi ragioni per sognare e tornare a sperare. Dal buio si esce cercando la via.” Ha ragione. E Gesù resta l’unica via. Connessi a Gesù, forti per vivere pienamente. Non più ipoconnessi.


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