×

(Il seguente articolo è un devozionale su 1 Timoteo 5. Si consiglia la lettura del brano prima di procedere N.d.E.)

Quando ero all’ultimo anno delle superiori, i miei genitori fecero in silenzio un voto davanti al Signore. Io ne ero all’oscuro. Per motivi troppo complicati da spiegare qui, decisero che, a meno che non fossero successe determinate cose, alla fine dell’anno papà avrebbe dato le dimissioni dall’incarico di pastore che aveva mantenuto per quindici anni.

Ho finito la scuola, sono andato fuori casa e ho iniziato l’università. Nel giro di un mesetto circa ricevetti una lettera dai miei genitori: papà si era dimesso dal ruolo di pastore di quella chiesa.

I miei genitori avevano pochissimi soldi. Non c’era nessun’altra chiesa di lingua francese che avesse bisogno di lui. In quel momento papà si sentiva troppo vecchio per avviare un’altra chiesa in un altro luogo. Rifiutò di considerare altri ruoli come pastore nella parte inglese del Canada: sia la sua chiamata che il suo cuore erano legati al Quebec. Ed ecco che ho scoperto cosa avevano deciso di fare i miei genitori: si sarebbero trasferiti a Hull, sulla sponda francese del fiume di fronte a Ottawa (capitale della nazione), dove papà avrebbe sostenuto la sua famiglia lavorando come traduttore giurato e avrebbe poi dedicato tutto il tempo possibile alla chiesa francofona di Hull.

Non sono tornato “a casa” fino a Natale. Ad un certo punto ho interpellato mio padre per cercare di capire il suo ragionamento. Ferma restando la sua convinzione di dover restare in una parte francofona del Canada, presto sorse la domanda su come avrebbe potuto mantenere la sua famiglia. “Poiché la Scrittura dice”, ha spiegato papà, “che se un uomo non mantiene la propria famiglia, è peggio di un infedele”: stava usando la forma delle parole della King James Version [in lingua italiana, la versione C.E.I. dà una forma equivalente, N.d.T.] di 1 Timoteo 5:8: “Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede ed è peggiore di un incredulo”.

Ovviamente questo testo presenta alcune eccezioni. Se, ad esempio, un uomo fosse troppo malato per poter lavorare, sarebbe esente da quest’obbligo e, a giudicare dal tono dell’intero capitolo, la chiesa stessa dovrebbe farsi carico di tutto il sostegno necessario alla famiglia in questione, se la famiglia stessa non riuscisse a sostenere da sola le sue spese. Ma delle molte istruzioni contenute in questo capitolo, ciò che colpisce il lettore è la straordinaria suscettibilità alle insidie con cui viene presentato il compito della chiesa di farsi carico dei bisogni dei suoi membri. A rischio di un’eccessiva semplificazione, il modello delineato da Paolo può essere riassunto in questo modo: coloro che si trovano in autentico bisogno sono assistiti dalla Chiesa, ma coloro che hanno le capacità di trovare altre strade per il loro sostegno devono farlo (sia per non essere un peso per la chiesa che per il loro bene), altrimenti si potrebbe accusarli di aver abbandonato la fede. La pigrizia non è amica della devozione.

Non mi vengono in mente molte altre occasioni in cui io possa aver avuto un rispetto maggiore per la fede obbediente del mio papà.


Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition (USA)

Most Read

CARICA ANCORA
Loading