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Matteo 8 insegna la guarigione fisica nell’espiazione?

Guarire i malati è sempre volontà di Dio? Alcuni sostengono che tutto ciò che è necessario per la guarigione dei nostri corpi sia già stato realizzato da Cristo sulla croce. Dio avrebbe già compiuto tutto ciò di cui c’era bisogno per darti la guarigione fisica. Se non sei stato guarito, non è perché Dio non lo voglia, ma perché tu non ci credi. La guarigione ci è stata assicurata al momento dell’espiazione, e spetta a noi scegliere se ignorarla o afferrarla in fede.

Il passaggio biblico che viene principalmente citato a questo proposito è Isaia 53:4–5, ripreso poi in Matteo 8:16–17 e applicato alla guarigione fisica:

Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti (Is 53:4–5)

In che modo allora l’espiazione si relaziona alla malattia? E in che modo la malattia si relaziona al peccato?

Malattia e peccato

Alcuni autori insistono sul fatto che in un certo senso Dio non solo ha reso Cristo peccato per noi, ma lo ha anche reso sofferenza per noi. Cristo sopportò vicariamente le nostre malattie così come le nostre iniquità. In poche parole, Cristo ha portato la nostra sofferenza nello stesso modo in cui ha portato i nostri peccati.

Eppure non c’è colpa nella malattia o nella sofferenza. Avere il diabete o il raffreddore non è peccato. La Scrittura ci dice di pregare “rimettici i nostri debiti” e ci esorta affinché “confessiamo i nostri peccati”, ma da nessuna parte dice che dovremmo pregare “perdonaci la nostra artrite” o “Signore, confesso di avere l’influenza”. La malattia non è peccato. E se la malattia non è peccato, come può incorrere in una pena?

Se la malattia non è peccato, come può incorrere in una pena?

È ovvio che, in ultima analisi, tutte le malattie sono il risultato del peccato dal momento che la caduta di Adamo ha portato la corruzione e la morte alla razza umana. Ma questo non significa che ogni nostro malanno sia causato da un peccato specifico che abbiamo commesso. Significa piuttosto che, se Adamo non avesse peccato, non ci sarebbe stata malattia.

Isaia 53 usa una figura retorica, chiamata “metonimia”, in cui l’effetto viene usato al posto della causa. Il peccato è la causa ultima di cui la malattia è uno tra i tanti effetti. Gesù ha sopportato la nostra malattia nel senso che è stato punito per il peccato che causa la malattia. Ha portato i nostri dolori, ma non nel senso che ha sperimentato personalmente virus gastrointestinali, ulcere, mal d’orecchi e calcoli biliari mentre pendeva dall’albero del Calvario, bensì nel senso che ha sopportato l’ira di Dio contro l’ostinata malvagità umana, ragione ultima, questa, per cui esistono il dolore e l’infermità.

Alla sua prima venuta, con la sua morte ha gettato le basi per il rovesciamento e annientamento definitivo di tutte le malattie che avverrà con la risurrezione del corpo alla sua seconda venuta (Fl 3:20–21). Pertanto è teologicamente fuorviante affermare che Gesù sopportò la nostra malattia nello stesso modo in cui sopportò i nostri peccati. Ha piuttosto pagato il prezzo del peccato per poter un giorno, quando tornerà a glorificare il suo popolo, eliminare del tutto la malattia.

Guarigione attraverso l’espiazione

Ma allora c’è una qualche guarigione nell’espiazione? Ovviamente. Se non fosse per l’espiazione compiuta da Gesù per il peccato, noi non avremmo la speranza di alcuna forma di guarigione, né ora né in futuro. La sofferenza redentrice di Gesù al Calvario è il fondamento e la fonte di ogni benedizione, sia essa spirituale o fisica.

Forse sarebbe più accurato dire che c’è guarigione attraverso l’espiazione piuttosto che nell‘espiazione, dal momento che la morte espiatoria di Gesù è la base su cui Dio ci guarisce. In questo modo evitiamo di suggerire che a causa della morte di Gesù ci è garantita la guarigione in questa vita.

La domanda non è se i nostri corpi siano guariti grazie all’espiazione di Cristo, ma quando. Sperimentiamo ora la comunione con Dio grazie alla morte espiatoria di Cristo, ma attendiamo il suo ritorno per il coronamento di quella relazione benedetta. Traiamo ora immenso profitto dall’opera dello Spirito nei nostri cuori, ma chi oserebbe supporre che ciò che lo Spirito Santo sta facendo in questa epoca sia tutto ciò che potrebbe mai fare? In cielo, riservato per noi, c’è un raccolto glorioso  di cui l’attuale ministero dello Spirito è solo la primizia.

La domanda non è se i nostri corpi siano guariti grazie all’espiazione di Cristo, ma quando.

È un grave errore pensare che ogni benedizione ottenuta da Cristo attraverso la sua sofferenza redentrice sarà nostra ora nella sua forma compiuta. Tutte queste benedizioni saranno davvero nostre. Ma non dobbiamo aspettarci (né tantomeno pretendere) di sperimentare ora la pienezza delle benedizioni che Dio ha chiaramente riservato al cielo nell’era a venire (Ap 7:15–17; 21:3–4).

E che dire di Matteo 8:16–17?

Cosa dobbiamo pensare, quindi, di Matteo 8:16–17? Ci viene detto che Gesù “guarì tutti i malati”, e che ciò avveniva “affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie»”.

Queste guarigioni compiute da Gesù sono il risultato dell’espiazione? Sì. In qualunque misura la guarigione venga sperimentata in questa vita, è frutto della morte espiatoria di Cristo. Ma non ne consegue necessariamente che laddove ci sia espiazione ci sia anche guarigione immediata. Questo passaggio in Matteo afferma che, qualsiasi guarigione avvenga, è il risultato dell’opera redentrice di Cristo. Ma ciò non significa necessariamente che ora la guarigione avverrà sempre come risultato di quell’opera.

Non dovremmo mai smettere di pregare per la guarigione dei malati. Dovremmo anche ringraziare che ci sia guarigione fisica per noi attraverso l’espiazione di Gesù Cristo o a motivo di essa. E dovremmo riconoscere che qualunque forma di guarigione e di buona salute noi sperimentiamo ora è una benedizione che sgorga dall’albero del Calvario. Ma ricordiamoci anche che ci sono alcune benedizioni che Dio intende concedere nella loro compiuta pienezza solo al momento del ritorno del Signore Gesù.


Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition (USA)

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