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La Sola Scriptura esige l’inerranza

“Cosa succederebbe se tutto quello che è scritto nella Bibbia non fosse vero e affidabile o se non venisse da Dio? Non avrebbe molta importanza. La Bibbia rimarrebbe comunque un’autorità nella mia vita”.

Nonostante siano passati anni, ricordo queste parole come se fosse ieri. Non avevo idea di cosa rispondere.

Ero scioccato perché sentivo queste parole da un cristiano evangelico che frequentava la chiesa e portava regolarmente con sè la Bibbia. Questa persona non vedeva alcuna relazione tra la veridicità della Scrittura e l’autorità della Scrittura, come se l’una non avesse nulla a che vedere con l’altra.

In quel momento ho capito due cose: primo, che la dottrina della Riforma della sola scriptura è importante oggi come lo era nel XVI secolo. E poi ho anche capito che molti cristiani all’interno della chiesa non hanno idea di cosa sia o di cosa comporti il principio della sola scriptura.

Che cos’è, quindi, la sola scriptura? Significa che solo la Bibbia, in quanto Parola ispirata da Dio, è la nostra autorità inerrante, sufficiente e ultima. Questa definizione comporta tre implicazioni relative alla sua autorità.

1. La nostra sola autorità suprema

In primo luogo, ciò significa che solo la Scrittura è la nostra autorità ultima. “Autorità” è una brutta parola ai giorni nostri, caratterizzati da un forte individualismo. Ma la Bibbia parla ripetutamente di autorità. Infatti il principio della sola scriptura sta ad intendere che la Bibbia è la nostra autorità principale, suprema e assoluta. Notate però che non ho detto che la Bibbia è la nostra unica autorità. La dottrina della sola scriptura è troppo facilmente confusa oggi con la nuda scriptura, cioè l’idea che non dovremmo avere “altro credo al di fuori della Bibbia”.

Chi ripete questo mantra fuorviante ritiene che i credi, le confessioni e le voci della tradizione non abbiano alcuna autorità all’interno della Chiesa. Ma questa non era la posizione dei riformatori né deve essere equiparata a quella della sola scriptura.

La dottrina della sola scriptura riconosce che ci sono altre autorità importanti per il cristiano, autorità che dovrebbero essere ascoltate e seguite. Ma solo la Scrittura è la nostra autorità ultima. È l’autorità che sovrasta e governa tutte le altre autorità, ha l’ultima parola. Mentre la tradizione e i funzionari della chiesa svolgono un ruolo ministeriale, la Scrittura da sola svolge un ruolo magisteriale. Ciò significa che tutte le altre autorità devono essere ascoltate solo nella misura in cui si allineano con la Scrittura, si sottomettono alla Scrittura e sono viste come subordinate alla Scrittura.

2. La nostra sola autorità sufficiente

Il principio della sola scriptura significa anche che la Scrittura da sola è la nostra autorità sufficiente. Non solo la Bibbia è la nostra autorità suprema, ma è anche l’autorità che fornisce ai credenti tutta la verità di cui hanno bisogno per la salvezza e per seguire Cristo. Questa nozione di sufficienza della Bibbia è stata articolata con forza dalle confessioni riformate. Ad esempio, la Confessione di Fede Belga (1561) afferma: “crediamo che questa Sacra Scrittura contiene perfettamente la volontà divina, e che tutto ciò che l’uomo deve credere per essere salvato vi sia sufficientemente insegnato”.

E la Confessione di fede di Westminster (1646) afferma: “l’intero consiglio di Dio riguardante tutte le cose necessarie alla Sua gloria, alla salvezza dell’uomo, alla fede e alla vita, o è espresso esplicitamente nella Scrittura, o può essere dedotto come buona e necessaria conseguenza dalla Scrittura: alla quale niente in alcuna epoca deve essere aggiunto, né per nuove rivelazioni dello Spirito, né per la tradizione degli uomini”.

La Bibbia ci basta.

3. La nostra sola autorità inerrante

Il principio della sola scriptura implica anche che solo la Scrittura, in quanto Parola ispirata da Dio, è la nostra autorità inerrante. Alla base dell’autorità biblica giace il fatto che Dio è il suo autore divino. Il fondamento dell’autorità biblica è l’ispirazione divina. Come afferma la Confessione di Westminster:

L’autorità delle Sacre Scritture, per la quale esse devono essere credute e obbedite, non dipende dalla testimonianza di alcun uomo o Chiesa; ma interamente da Dio (il Quale è Egli stesso verità) loro autore; e quindi devono essere ricevute, perché esse sono la Parola di Dio.
(2 Pt 1:19,21; 2 Tm. 3:16; 1 Gv. 5:9; 1 Ts. 2:13).

Per avere un quadro completo del principio della sola scriptura dobbiamo andare oltre l’affermazione che la Bibbia è semplicemente ispirata da Dio. La questione dell’ispirazione divina dovrebbe portare a comprendere che la Bibbia è perfetta e impeccabile. In altre parole, l’inerranza è la necessaria conseguenza dell’ispirazione. Sono due facce della stessa medaglia ed è impossibile separare l’una dall’altra.

Poiché è Dio che parla (e lui è un Dio di verità, non di errore) la sua Parola deve essere vera e affidabile in tutto ciò che tratta. E poiché l’inerranza è un corollario e una conseguenza biblica dell’ispirazione divina (e ad essa inscindibilmente connessa e intrecciata) è una componente necessaria della dottrina della sola scriptura.

Alcuni preferiranno invece la parola “infallibile” (che ha dei precedenti storici). Mi va bene usare questa parola, purché si intenda che la Scrittura è incapace di sbagliare. Tuttavia respingerei coloro che la usano per dire che la Scrittura è vera nel suo messaggio salvifico ma non nei suoi dettagli (quelli storici, ad esempio). “Infallibile” e “inerrante” sono concetti complementari e compatibili: “infallibile” (la Scrittura non può sbagliare) è una parola ancora più forte di “inerrante” (la Scrittura non sbaglia). È quindi storicamente e biblicamente errato usare il termine “infallibile” per indicare qualcosa ad un livello inferiore “inerranza”.

E se la rifiutassimo?

Se le Scritture contenessero degli errori, non sarebbe chiaro il perché dovremmo fidarci di Esse come autorità ultima.

Il Dio della verità ha emanato la sua Parola di verità, e il risultato è niente di meno che un’autorità impeccabile per la Chiesa. Se separassimo la veridicità e l’affidabilità della Scrittura dalla sua autorità, scollegando le due cose come se non fossero correlate, non avremmo alcuna dottrina della sola scriptura. Se le Scritture contenessero degli errori, non sarebbe chiaro il perché dovremmo fidarci di esse come autorità ultima.

E se limitiamo, modifichiamo o abbandoniamo l’inerranza totale delle Scritture, mettiamo in moto enormi dubbi e incertezze sull’idoneità della Bibbia come nostra autorità ultima. Come dice la Dichiarazione di Chicago sull’inerranza biblica, “si lede inevitabilmente l’autorità della Scrittura se si limita o si trascura in qualunque modo questa totale inerranza divina”.

In altre parole, rifiutare l’inerranza biblica significa minare la fiducia nell’autorità biblica, e cosa potrebbe avere più rilevanza per la dottrina della sola scriptura dell’autorità biblica? Come scrisse una volta Roger Nicole, “ciò che è supremamente in gioco in tutta questa discussione [sull’inerranza] è il riconoscimento dell’autorità di Dio negli oracoli sacri” (traduzione non ufficiale, N.d.T.).

Non dovrebbe sorprenderci scoprire che nella storia recente dell’evangelicalismo i leader hanno sostenuto uniti affermazioni come quelle presenti nella Dichiarazione di Cambridge (1996) a sostegno dell’inseparabilità dell’inerranza della sola scriptura: “Solamente la Sacra Scrittura, cioè la Bibbia, è la regola infallibile per la vita della chiesa”, e la Scrittura inerrante deve essere “l’unica fonte della rivelazione divina scritta, che da sola può vincolare la coscienza”.

La questione centrale di Lutero

Ciò che spesso sfugge nella narrazione della storia di Lutero è la questione del perché la sua posizione sulle Scritture fosse così detestata da Roma. Dopo tutto anche Roma affermava l’autorità e l’ispirazione delle Scritture. Cosa rendeva la posizione di Lutero così diversa e offensiva?

Egli ebbe l’audacia di affermare che la Scrittura è l’unica autorità inerrante del cristiano.

È vero che i riformatori non hanno mai usato il termine “inerranza”, ma questa obiezione non prende in considerazione che, sebbene il termine non sia stato utilizzato, il concetto è stato altresì affermato. Sebbene i riformatori non abbiano approfondito l’idea dell’inerranza in modo così meticoloso come è stato fatto oggi (e del resto questo tema non rappresentava la loro principale battaglia contro Roma), il concetto di base e le sue componenti più fondamentali sono presenti nei loro scritti [si veda l’interessante saggio di John Woodbridge “ “I Fondamentalisti hanno inventato l’inerranza?“].

Mentre i papi e i concili sono soggetti all’errore, la Scrittura non lo è. Per Roma la Scrittura e la tradizione erano autorità inerranti. Per Lutero solo la Scrittura è inerrante. Ciò che distingueva Lutero e gli altri riformatori dai leader della chiesa di Roma, quindi, era la loro affermazione che, per quanto importante possa essere la tradizione (e loro la ritenevano estremamente importante), non è tuttavia priva di errori. Questo onore spetta solo alla Scrittura. Poiché la Scrittura è ispirata da Dio e quindi inerrante, i riformatori ritenevano che fosse l’autorità ultima della chiesa, sufficiente per la fede e la pratica.


Nota della redazione: Questo è un estratto adattato dal libro di Matthew Barrett God’s Word Alone: The Authority of Scripture (Zondervan, 2016) [recensione]. È il primo volume della serie The 5 Solas.

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