Immagina di essere un adolescente o poco più che ventenne. Sei abbattuto e ti senti solo, perché sei lontano dalla tua famiglia e dal tuo paese. Sei esausto e spaventato, perché negli ultimi mesi, i tuoi giorni e le tue notti si confondono in un ciclo continuo di paura e di dormiveglia. Hai fame e stai disperatamente cercando di scaldarti, perché sei rannicchiato nel fango di una trincea di appena un metro di profondità per un metro di larghezza… Sei nel mezzo di quella che verrà chiamata la “grande guerra”, la prima guerra mondiale, che doveva essere un conflitto lampo e risolutivo, ma che invece sta divenendo l’evento che coinvolgerà, direttamente o indirettamente, tutto il mondo e in cui perderanno la vita milioni di soldati come te e di civili come i tuoi cari. Ma tutto questo non lo sa ancora nessuno.
L’illusoria promessa di pace della Tregua del Natale
L’aspetto, forse, più terribile della Tregua del Natale 1914, è proprio che gli uomini che per un giorno si sono riconosciuti come tali, che hanno riso, giocato e mangiato assieme in pace, il giorno dopo si sono di nuovo ritrovati nemici, hanno ripreso ad uccidersi e a farsi guerra, come se niente fosse successo…
Questa è la storia che abbiamo condiviso in una serie di incontri nelle scuole medie e superiori del nostro paese, Budrio (BO), seguiti da un weekend di eventi in cui abbiamo coinvolto la sede locale dell’ANPI, ascoltando le motivazioni che spinsero tanti giovani a combattere nella resistenza durante la seconda guerra mondiale; presentando anche la testimonianza di una ragazza ucraina della nostra chiesa, che era a Kiev il giorno in cui è scoppiata la guerra.
La promessa di pace mantenuta del Natale
Isaia 9:5 Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.
Mentre siamo travolti dalle notizie della guerra in Ucraina ed in Medioriente, dagli sconvolgimenti climatici e dalle crisi economiche, Pace in terra è ciò che tanti desiderano dal Natale. Però, se cerchiamo la vera pace definitiva, dobbiamo guardare oltre gli alberi e i regali, oltre le feste a scuola o in ufficio, oltre i pranzi ed i cenoni. Dobbiamo guardare all’umile mangiatoia del Natale in cui è nato il Principe della Pace. Dobbiamo guardare ad un bambino che è il Dio potente fattosi uomo, nato nella povertà da genitori peccatori in tempi disperati, per donare la ricchezza della sua salvezza, a tutti coloro che per grazia ricevono la giustificazione nella sua morte e resurrezione!
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