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L′11 settembre di Israele: La necessità di chiarezza morale

Sabato Hamas, un gruppo terroristico islamico con sede nella Striscia di Gaza e finanziato dall’Iran, ha lanciato via mare, terra e aria un attacco su larga scala contro il sud di Israele. Al momento in cui scriviamo, sono oltre 900 gli israeliani morti, 2.400 i feriti e altri sono stati presi in ostaggio a centinaia.

Le immagini e i video che emergono sui social media sono raccapriccianti: ignari partecipanti diun festival musicale massacrati a sangue freddo; un padre che aiuta i figli a fuggire attraverso un tetto per poi essere ucciso a sua volta; terroristi che fanno sfilare una donna nuda sul retro di un pick-up; un anziano sopravvissuto all’Olocausto costretto a impugnare una pistola e a posare con un soldato di Hamas; una giovane donna con due figlie di 5 e 3 anni prese in ostaggio. Alcuni hanno paragonato la pressione psicologica esercitata su Israele a quella dell’11 settembre sull’America. È in un sol giorno l’omicidio di massa di ebrei più letale dai tempi dell’Olocausto, ed è destinato a trasformare la società israeliana in modo profondo.

A prescindere dalle diverse opinioni dei cristiani sul ruolo della moderna nazione di Israele nel piano redentivo di Dio, crediamo che questo sia un momento in cui non solo è possibile, ma è anche necessario parlare con chiarezza morale.

Possibilità di chiarezza morale

In un mondo peccaminoso, non è mai difficile trovare atti ingiustificabili da entrambe le parti di un conflitto. Chiunque condanni una delle due parti sarà rapidamente accolto con un “benaltrismo” sui social media: “Che dire di questa, quella o quell’altra atrocità commessa dall’altra parte?”

Accettiamo che lo Stato di Israele non abbia sempre agito in modo irreprensibile nella sua condotta verso il popolo palestinese. Essere a favore di Israele in questa situazione, come lo siamo noi autori, non significa cancellare ogni azione che il governo o i militari israeliani abbiano compiuto dalla sua fondazione a oggi. Vediamo la frustrazione, il dolore e il lutto dei palestinesi e vogliamo prendere sul serio il comando biblico di “[piangere] con quelli che piangono”, il che include i palestinesi che piangono i loro morti, sia passati che presenti.

Questo è un momento in cui non solo è possibile, ma è anche necessario parlare con chiarezza morale.

Ma l’inevitabile esistenza di comportamenti sbagliati da entrambe le parti non produce necessariamente una nebbia morale. A volte la nebbia si alza. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, per esempio, può essere condannata dai cristiani senza esitazione. L’attacco di Hamas a Israele è un esempio altrettanto chiaro di un’azione sbagliata che può essere condannata con fermezza e senza equivoci.

Il discernimento cristiano guarda sia alla natura di un’azione che ai suoi obiettivi. Se Hamas avesse semplicemente preso degli ostaggi civili, l’atto in sé sarebbe stato crudele (la Bibbia proibisce i rapimenti), ma il fine avrebbe potuto avere una qualche giustificazione militare: è successo in passato che gli ostaggi venissero scambiati con prigionieri palestinesi. Ma Hamas non ha semplicemente preso degli ostaggi. Ha deliberatamente progettato operazioni militari con l’obiettivo di uccidere i civili. Le vittime civili non sono state il danno collaterale di attacchi a obiettivi militari: i civili stessi erano gli obiettivi. Non c’è alcuna giustificazione biblica per questo massacro.

I benefici della chiarezza morale

Chiunque abbia presieduto una chiesa politicamente divisa sa quanto sia importante mantenere l’equilibrio quando si parla di questioni politiche. Siamo talmente abituati a presentare entrambi i lati di una questione che l’idea di schierarsi da una parte o dall’altra sembra un ovvio errore pastorale. Ma quando la chiarezza morale è giustificata, porta grandi benefici.

1. Vantaggi generali della chiarezza morale

Come ha osservato Jean Bethke Elshtain, se non potessimo distinguere tra una morte accidentale dovuta a un incidente stradale e un omicidio intenzionale, il nostro sistema di giustizia penale andrebbe in pezzi. E se non riuscissimo a distinguere l’uccisione di combattenti da quella di civili pacifici, vivremmo in un mondo di nichilismo morale. In un mondo del genere, tutto si riduce alla stessa tonalità di grigio e non possiamo fare distinzioni che ci aiutino ad orientarci politicamente e moralmente.

Orientarsi in questo modo ci permette di capire meglio di chi e di cosa fidarsi. Alcuni enti governativi stranieri, come il Ministero degli Esteri del Qatar, hanno rilasciato dichiarazioni che ritengono Israele “l’unico responsabile dell’escalation in corso a causa delle sue continue violazioni dei diritti del popolo palestinese”. Altri governi, compresi alcuni governi arabi, hanno scelto di non incolpare Israele. Questo aver tolto la maschera è utile ai cristiani coinvolti nella politica estera o che lavorano in Medio Oriente.

La chiarezza morale sul conflitto attuale ci aiuta anche a prepararci per eventi ancora ignoti che potrebbero essere più vicini a noi di quanto potremmo immaginare. Esercitando i muscoli del discernimento, diventiamo meglio equipaggiati per poter pensare correttamente in futuro. La perspicacia morale di Dietrich Bonhoeffer lo portò a vedere l’orrore del nazismo in un momento in cui molti altri cristiani trovavano ambigua l’evidenza. La sua forte visione morale ha portato gloria a Dio, e noi seguiamo le sue orme quando siamo chiari sugli eventi su cui dovremmo essere chiari.

2. Vantaggi specifici della chiarezza morale

La chiarezza morale produce gli imperativi “si deve” e “non si deve”. Per usare un esempio non politico, Paolo comandò alla chiesa di Corinto di “[togliere] il malvagio di mezzo a [loro] stessi” (1 Cor 5:13). L’uomo in questione stava facendo ciò che i cristiani non devono fare (v. 1), e questo ha portato alla sua scomunica dalla chiesa locale.

La chiarezza sugli attacchi di Hamas a Israele permette di dare degli imperativi alla guida del popolo di Dio. Domenica scorsa i dimostranti di una manifestazione pro-palestinese a New York hanno scandito: “La resistenza è giustificata quando le popolazioni sono oppresse”. I cristiani non devono partecipare a manifestazioni di questo tipo (o ai loro equivalenti sui social media), volte a difendere l’indifendibile, il massacro intenzionale di civili. Difendere l’indifendibile (definendo l’omicidio, lo stupro e il rapimento come “resistenza”) non è il modo in cui piangiamo con coloro che piangono.

La chiarezza morale permette anche di pregare in modo adeguatamente unilaterale. È giusto pregare per una rapida sconfitta di Hamas. Il modo di fare omicida di Hamas non sarà mai una buona guida per i palestinesi che vivono a Gaza. E dovremmo anche pregare per entrambe le parti: per la salvezza delle persone di entrambe le parti; per la protezione, la guarigione e il conforto delle persone di entrambe le parti; per la crescita della Chiesa che vive all’interno dei confini di entrambe le nazioni. Anche se preghiamo per queste due parti, chiediamo con coraggio al nostro Dio di ostacolare, neutralizzare e sconfiggere l’unica parte che è decisa a fare terrorismo.


Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition.

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