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Serie: Chi è Gesù Cristo?

Questo è il secondo post di quattro sulla persona di Gesù Cristo. Il primo era Gesù Cristo, Dio e uomo. Seguiranno Gesù Cristo, Maestro e Profeta; e Gesù Cristo, Salvatore o Giudice.

Il mio obiettivo di fondo in questi post è di considerare la vera identità di Gesù Cristo per aiutarci ad apprezzare la sua bellezza e la sua grandezza. Ma desidero che questi post ci aiutino anche a parlare meglio di lui agli altri. Infatti una comprensione robusta della persona di Gesù Cristo dovrebbe aiutarci nella testimonianza e nell’evangelizzazione sia per quanto riguarda i contenuti sia per darci coraggio.

Se invece tu non sei già un credente, questi post sono un invito ad approfondire la vera identità di Gesù Cristo, sulla base della Bibbia. Il quarto post sarà particolarmente importante per te.

 

Gesù il Messia

1. La parola ‘messia’ è una parola ebraica che vuol dire ‘unto.’ Questo titolo trova la sua origine nell’usanza antica di ungere il re con olio, e si addice perfettamente a colui che è il Re dei re e l’Unto del Signore.

In Giovanni 1:40-41 Andrea, che ha già riconosciuto Gesù come Messia, racconta tale notizia a suo fratello, Simon Pietro: “Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni [Battista] e avevano seguito Gesù. Egli per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: ‘Abbiamo trovato il Messia’ (che, tradotto, vuol dire Cristo).”

Nell’ultima parte di questo brano troviamo la parola greca per Messia, ovvero ‘Cristo’. Infatti christos in greco significa ‘unto’. Così quando noi mettiamo la parola ‘Cristo’ accanto al nome ‘Gesù’, stiamo esprimendo una confessione di fede. Stiamo dicendo di riconoscere che Gesù di Nazaret è il Messia, il Cristo, l’Unto del Signore, il Re dei re e il Signore dei signori.

Sappiamo che Gesù è ‘il Cristo’ perché solo lui adempie le numerose profezie dell’Antico Testamento che comunicano di come sarebbe stato il Messia.

2. Ma come facciamo a sapere che proprio Gesù di Nazaret è il Messia, il Cristo? Dopotutto tanti hanno preteso di essere il Messia, sia nell’antichità sia nell’epoca moderna, e la Bibbia stessa parla di falsi cristi. Sappiamo che Gesù è ‘il Cristo’ perché solo lui adempie le numerose profezie dell’Antico Testamento che comunicano di come sarebbe stato il Messia. Queste profezie ‘messianiche’ parlano in tanti modi del Messia. Per esempio, parlano del suo concepimento virginale; del suo luogo di nascita (Betlemme); di vari aspetti del suo ministero, e della sua morte e risurrezione. (Su questo argomento è utile il cap. 10, “L’Evidenza delle impronte: Gesù e solo Gesù, soddisfa i requisiti messianici?” di Louis S. Lapdes, in Lee Strobel, Il Caso Gesù, Ed.Centro Biblico, Lago Patria 2008.)

Solo Gesù di Nazaret adempie queste profezie, risultando l’unico che può essere chiamato Gesù Cristo, Gesù il Messia.

3. Iniziamo quindi a vedere come si compongono queste profezie. È fondamentale tenere presente che esistono due rami di profezie messianiche. Un gruppo profetizza l’umiliazione del messia, l’altro il suo glorioso regno. Questo vuol dire che un gruppo di profezie si riferisce alla prima venuta di Cristo, l’altro alla sua seconda venuta. Nella sua Prima Lettera, Pietro parla di queste due momenti temporali.

1 Pietro 1:10-11 dice: “Intorno a questa salvezza indagarono e fecero ricerche i profeti, che profetizzarono sulla grazia a voi destinata. Essi cercavano di sapere l’epoca e le circostanze cui faceva riferimento lo Spirito di Cristo che era in loro, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguirle.”

Prima vengono le sofferenze messianiche. Infatti durante la prima venuta del Messia c’è la croce. Poi, quando Gesù tornerà, ci saranno le glorie messianiche, la corona. Un esempio delle sofferenze messianiche si trova in Isaia 52:13-53:12, mentre uno delle future glorie messianiche nel Salmo 2.

4. Sia chiaro che quando il Messia Gesù è arrivato sulla terra, le persone erano lente ad accettare questa doppia identità messianica. Tanti volevano la corona senza la croce. Infatti volevano che Gesù esercitasse subito il suo potere nello sconfiggere i romani, dando gloria alla nazione d’Israele. Gesù non ha voluto questo perché durante la sua prima venuta la sua missione era un’altra. Per questo motivo, dopo la moltiplicazione dei pani per i cinquemila uomini in Giovanni 6:14, egli non accetta di essere fatto un re politico. (Tale realtà si trova ancora in Giovanni 6:14-15, ed è attinente anche Giovanni 18:33-37.) Sarà solo al suo ritorno che Gesù stabilirà il suo regno (Isaia 9:6).

Giovanni Battista esclama: “ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”

Gesù l’Agnello

5. Ora passiamo a considerare Gesù come l’Agnello di Dio. La prima cosa da notare è che le caratteristiche del ‘Messia’ e dell’‘Agnello’ hanno qualche sfumatura in comune. Infatti il Messia non è solo il re trionfante del Salmo 2, ma anche l’Uomo di dolore di Isaia 53:3. I tratti dell’Agnello di Dio sono ben presenti in Isaia 53:4-7. In questi versetti viene descritto l’eterno Figlio di Dio il quale è diventato uomo per morire per i peccati del suo popolo. Leggendo questi versetti abbiamo modo di ammirare la bellezza dell’Agnello di Dio.

Isaia 53:4-7: “Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.”

Nel Nuovo Testamento in Giovanni 1:29 Giovanni Battista esclama: “ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” Quale potrebbe essere l’unica nostra risposta adeguata di fronte alla bellezza e alla grandezza dell’Agnello di Dio? L’adorazione. Ed è esattamente questa che troviamo in Apocalisse 5:12: “Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode.” Possiamo fare a meno di aggiungere il nostro ‘Amen’?

6. L’Agnello ha anche ‘un’altra faccia’. Alla sua prima venuta l’Agnello ha avuto la missione di redimere e, di conseguenza, non si è difeso davanti ai sui accusatori e giudici umani. Al suo ritorno, invece, si comporterà in maniera molto differente. Infatti quelli che non hanno accolto l’amore dell’Agnello subiranno la sua ira.

Apocalisse 6:12-17 dice: “Guardai di nuovo quando l’Agnello aprì il sesto sigillo; e si fece un gran terremoto; il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue; le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un forte vento lascia cadere i suoi fichi immaturi. Il cielo si ritirò come una pergamena che si arrotola; e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo. I re della terra, i grandi, i generali, i ricchi, i potenti e ogni schiavo e ogni uomo libero si nascosero nelle spelonche e tra le rocce dei monti. E dicevano ai monti e alle rocce: ‘Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira. Chi può resistere?’.”

Chi può resistere all’ira dell’Agnello? Solo coloro che avranno accolto l’amore dell’Agnello.

Un invito

Gesù di Nazaret è l’Unto del Signore, il Messia da lungo tempo atteso, il Cristo di Dio. Solo lui dimostra di essere il Messia vero e autentico, avendo adempiuto decine di profezie nella sua prima venuta. Ma ci sono ancora altre profezie da essere adempiute, quelle del regno glorioso del Messia, che egli adempierà al suo ritorno.

Il modo per resistere alla santa ira dell’Agnello è di schierarsi già in questa vita con l’Uomo di dolore, che ha dato se stesso sulla croce per coloro che lo accolgono. Di conseguenza, quando egli tornerà incoronato, noi saremo con lui (Apocalisse 5) e non tra coloro che fuggono da lui (Apocalisse 6).

In quale capitolo vorrai trovarti tu? In Apocalisse 5 o 6? Dipende da cosa ne vuoi fare dell’Agnello di Dio in questa vita. È egli il tuo Messia, il tuo Cristo, il tuo Salvatore e Signore? Se la risposta è sì, anche tu sarai davanti al suo trono in Apocalisse 5, dicendo insieme a tutti i redenti (v 12): “Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode.”

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