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Confidare in Dio nel deserto: vivere alla luce del libro dei numeri

Il deserto è un posto difficile in cui stare. Ma è qui che ci troviamo. E quindi che succede?

Un luogo di transizione

Il deserto è un luogo di transizione. Veniamo da un luogo noto e percorribile, e la stabilità sembra essere all’orizzonte. E nel mezzo c’è questo luogo sconosciuto. Eppure attraverso l’ignoto arriva il cambiamento.

Dopo che Dio liberò gli israeliti dalla terra di schiavitù, li condusse verso il confine della terra promessa. Lasciarono ciò che conoscevano e il luogo in cui si sentivano al sicuro per trasferirsi in un posto nuovo. Da una generazione si è passati alla successiva, e la nuova generazione ha imparato dagli errori della vecchia.

La Chiesa sta cambiando. Le nostre comunità stanno cambiando e i nostri ministeri non saranno più gli stessi.

In questo momento stiamo vivendo una rapida transizione. La società in generale vede le persone spostarsi dalle città alle province e da una carriera all’altra. Stiamo imparando il valore della connessione personale e di un ritmo di vita più lento.

Anche la Chiesa sta cambiando. Le nostre comunità stanno cambiando e i nostri ministeri non saranno più gli stessi. Si spera che stiamo imparando le stesse lezioni della società, ma la sfida è quella di confidare in Dio con più fervore e di prenderci cura gli uni degli altri in modo più profondo attraverso il cambiamento continuo.

Un luogo di giudizio

Il deserto è anche un luogo di giudizio. Quando gli israeliti si spostarono nel deserto, migliaia di cadaveri vi caddero. Sebbene ci fossero ragioni specifiche per molte di queste perdite, non era sempre chiaro il perché o il per cosa fosse arrivato il giudizio.

La peste è sicuramente un’espressione della creazione corrotta dal nostro peccato, eppure non è chiaro se qualcosa nello specifico abbia scatenato questa espressione in particolare (né dovremmo aspettarci che sia chiaro, ci basti chiedere a Giobbe).

Un luogo di prova

Il deserto è anche un luogo di prova. Testa la nostra determinazione nel perseverare, la nostra resilienza sotto pressione.

Il deserto testa la nostra determinazione nel perseverare

Gli israeliti videro le città murate e i giganteschi nemici, e decisero che non ci si doveva fidare di Dio. “Ci farà davvero superare tutto questo?” Si stancarono del pane che Dio aveva fornito loro, e volevano di più. “Stavamo meglio senza di Lui in Egitto!” Si stancarono i della loro leadership. E la loro leadership si stancò di loro.

Ciò che era in gioco nel deserto era la capacità degli israeliti di fidarsi o meno di Dio. Non si stavano solo lamentando delle disgrazie nel modo in cui un bambino si lamenta per una cena che non gli piace. Desideravano il vecchio regime. Volevano abbandonare la supervisione di Dio e del capo da lui designato (Mosè) e tornare a ciò che avevano in Egitto. Come un bambino a cui non piace la cena e quindi chiede l’emancipazione dai genitori.

Le grida degli israeliti nel deserto erano diverse dal sano lamento. Quando Giobbe e i salmisti gridarono, lo fecero sapendo che Dio è giusto e buono, ma ancora lottando per dare un senso alla loro situazione. Ricordavano le promesse di Dio e desideravano la liberazione. La generazione del deserto, tuttavia, pensava di star vivendo una situazione insormontabile. Invece di gridare per la liberazione, voleva allontanarsi dal Signore.

Ci fideremo di Dio?

Il deserto mette alla prova anche noi. Verifica la nostra fiducia in Dio.

Quando le cose si fanno particolarmente difficili, il deserto mette in discussione la veridicità delle promesse di Dio: la vita in abbondanza? Davvero?

Dio fa grandi promesse. Gesù ha promesso di dare vita, e vita in abbondanza. Eppure la creazione geme e noi seguiamo Gesù fino alla croce. Quando le cose si fanno particolarmente difficili, il deserto mette in discussione la veridicità delle promesse di Dio: la vita in abbondanza? Davvero?

Ciò di cui gli israeliti avevano bisogno, e ciò di cui noi abbiamo bisogno, è di ricordare che le nostre circostanze non sono ostili alle promesse di Dio. Ciò che è chiaro in Numeri è che, qualunque cosa accada, il carattere fedele di Dio non cambia mai. Né le promesse di Dio vengono alterate. Le cose non sono facili, ma possiamo ancora confidare in  Dio.

Confidare in Dio nel deserto significa rivolgersi a Dio, non rivoltarsi contro di lui. Significa rivolgersi a Dio nella preghiera, non allontanarsi da Lui nel silenzio. Significa affidarsi a Dio per il nutrimento spirituale, e non solo a noi stessi o alle nostre stampelle per un aiuto. Significa rivolgersi a Dio attraverso le nostre comunità cristiane quando troviamo troppo difficile affrontare Dio da soli.

Un luogo di Benedizione

Verso la fine dell’esperienza nel deserto si trova una storia bizzarra sul profeta straniero Balaam e il suo asino (Numeri 22–24). Un nemico assume Balaam per maledire gli israeliti, ma Balaam non ha altra scelta che pronunciare solo le parole che Dio gli dà, proprio come fece il suo asino parlante. Nonostante la ribellione e la sfiducia dimostrategli, Dio benedice il suo popolo mentre langue nel deserto.

Ma gli israeliti non devono aspettare la fine per scoprirlo. Verso l’inizio Dio dà loro parole che promettono il loro bene qualunque cosa debbano affrontare, e la certezza che il Signore sia con loro.

Il SIGNORE ti benedica e ti protegga;
il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia pace! (Numeri 6:24–26)

Quando gli israeliti si fossero avvicinati a Dio per adorare e pregare, sarebbero stati rafforzati da queste parole. Quando confidavano in lui, egli li teneva al sicuro con il nutrimento di cui avevano bisogno. Qualunque cosa fosse accaduta, la nazione sarebbe sopravvissuta. La grazia di Dio avrebbe coperto il loro peccato. Se fossero rimasti fedeli, avrebbero avuto pace.

Mentre languiamo in questo deserto, il Signore è con noi mediante suo Figlio e il suo Spirito. Qualunque sia il peccato in cui siamo caduti in questa marcia attraverso il deserto, la sua grazia è sufficiente a coprirlo. Quando confidiamo in Lui, Egli ci nutre spiritualmente con il pane della vita e con l’acqua viva che zampilla per la vita eterna. Ci offre ora una vita spirituale arricchita e la speranza di un conforto eterno. Quando siamo angosciati e stanchi, egli ascolta le nostre preghiere, porta i nostri fardelli e ci dà pace e riposo.

Il deserto è un posto difficile in cui stare. Ma è qui che ci troviamo. Ci fideremo di lui?

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