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Ogni giorno riceviamo input dalla cultura nella quale viviamo.

In questa serie di articoli voglio presentare un semplice modello che spero possa aiutarci a fare delle riflessioni culturali vangelocentriche.

Il modello è preso dal libro Plugged In di Dan Strange ed è suddiviso in quattro fasi: Entrare, Esplorare, Esporre, Evangelizzare. Queste fasi le stiamo applicando ad un fenomeno culturale molto italiano: l’aperitivo.

Nella Parte 1 abbiamo parlato dell’ingresso in un testo culturale.

Nella Parte 2 come esplorare i temi che rendono attraente il testo in questione.

Nella Parte 3 abbiamo visto l’esposizione dei limiti del testo.

In questo articolo, invece, parleremo dell’evangelizzazione della cultura.

Evangelizzazione: mostrare il Vangelo di Gesù Cristo come “adempimento sovversivo”.

Questa ultima fase ci permette di capire come il Vangelo è il vero adempimento del testo culturale, ovvero in che modo Cristo adempie perfettamente ciò che il testo promette, sovvertendo l’idolo dietro il testo. In che modo, per esempio, il Vangelo adempie in modo sovversivo le tre caratteristiche che abbiamo analizzato a proposito della cultura dell’aperitivo?

Ritualità

Quali sono le norme che dovremmo seguire per soddisfare davvero la fame di ritualità che sentiamo? Dobbiamo renderci conto che “come portatori di immagine non siamo stati progettati per inventare le nostre regole di vita; siamo stati creati perché ci affidiamo a Dio per avere questa conoscenza”. Gesù viene a mostrarci come fare, è “il modo in cui vivere”.1

Egli è la Via da seguire e la Verità da ascoltare per avere vita in abbondanza. Il suo corpo e il suo sangue diventano il cibo e la bevanda di cui abbiamo bisogno non solo per le nostre necessità fisiche, ma anche per i nostri desideri più profondi. La sua croce vuota riecheggia le parole che ha gridato prima della sua morte: tutto è compiuto! Il messaggio è chiaro: non c’è nulla da aggiungere, nulla da pagare per partecipare a questo rito perfetto e soddisfacente. E ora il rito redentivo è incarnato dalla sua chiesa, che può offrire una liturgia che soddisfi il “cuore affamato” dell’uomo.

Comunità

Tutti noi desideriamo relazioni profonde, reali e amorevoli. Gesù è in grado di fornirle. Gesù è “il modo in cui ci connettiamo”.2 Grazie alla sua natura, siamo profondamente e unicamente legati a Gesù come i tralci alla vite, e allo stesso tempo siamo legati agli altri. Chi sono gli altri? Non sono quelli che abbiamo scelto, né quelli che lo meritano, né quelli che provengono da una specifica nazione, tribù o gruppo sociale. “Gesù sta distribuendo gli inviti alla festa di Dio. Essi recitano: ‘Siete invitati alla mia festa nella nuova creazione. Venite così come siete’”.3 Questo era, ed è tuttora, controcorrente. Il mondo propone una falsa dicotomia riguardo alle comunità: o la diversità o l’uniformità. In entrambi i casi, alcuni saranno esclusi. La via di Cristo è diversa. Il cristianesimo si rivolge a persone provenienti da tutto il mondo perché siano unite da Gesù.

Attraverso Cristo diventiamo ambasciatori di questa festa e siamo chiamati a partecipare alla sua comunità. È una comunione profonda, non superficiale. Apriamo le nostre case, cuciniamo e condividiamo il nostro cibo, ci impegniamo in discussioni reali, non ce ne andiamo quando le cose diventano spiacevoli e in questo modo dimostriamo la realtà e la profondità di questa comunione. Come dice Tim Chester: “L’ospitalità di Dio, rappresentata nella tavola di comunione con Gesù, è una celebrazione e un segno della sua grazia e della sua generosità, che dobbiamo imitare”.4

Infine, questa comunità non costa nulla per noi perché Gesù ha pagato il prezzo per intero. Paolo scrive: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”. (2 Corinzi 5:21). Ecco perché è in grado di invitare e mangiare con malati e peccatori (Luca 5:31-32).

Evasione

Gesù è in grado di offrire l’evasione che tutti desideriamo e che l’aperitivo non è in grado di fornire pienamente. Gesù è la via d’uscita verso un mondo perfetto perché è stato capace di realizzare la fuga più grande di tutte: la fuga dalla prigione della morte. Crediamo, insieme a Paolo, che “Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui” (Romani 6:9). Di conseguenza, coloro che credono in lui partecipano alla vita che egli ha raggiunto, poiché “il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Romani 6:23). Secondo Strange, “la liberazione che Gesù promette non riguarda la fuga da questo mondo, ma la sua restaurazione, non solo a livello personale, ma a livello cosmico. E questo non è solo per il futuro: inizia oggi”.5

Chi segue Gesù fugge da questa realtà e inizia a godere delle bellezze e dei benefici del regno di Dio. “La dolce vita cristiana si presenta in modo semplice e sobrio, ma dentro c’è un’esplosione di vita perché è piena di Dio e della sua vita in noi”.6 E il meglio deve ancora venire. Un giorno la realtà del suo regno si manifesterà universalmente e coloro che avranno gustato e visto che il Signore è buono si uniranno in un banchetto nuziale celeste in un mondo restaurato e realmente libero da ogni divisione, dolore, stress e sofferenza.

Evangelizzare la cultura attorno a noi

Con la quarta fase arriviamo alla fine del nostro percorso di analisi teologica della cultura.  La cultura attorno a noi deve essere analizzata, compresa, esposta e deve ricevere una risposta dal mondo cristiano attraverso le lenti del Vangelo.

Ora tocca a te. Quale testo culturale che ti preoccupa, interessa, o attrae vuoi analizzare teologicamente? Fallo in modo da evangelizzarlo con l’unica vera buona notizia: quella di Cristo Gesù.


DISCLAIMER: Questo contenuto esprime le posizioni e sensibilità dell’autore.

NOTA: Questo articolo è protetto da copyright. Ti preghiamo di guardare la pagina Autorizzazioni per eventuali utilizzi


1. Daniel Strange, Making Faith Magnetic, 109-10.
2. Ibid., 102.
3. Tim Chester, A Meal With Jesus (in italiano Un pasto con Gesù), 22.
4. Ibid., 51.
5. Making faith magnetic, 126.
6. https://www.brecciadiroma.it/articoli/ladolcevita

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