Prendendo il mio stetoscopio, mi incamminai lungo il corridoio ben illuminato per visitare il mio prossimo paziente. Uscii dal rumoroso trambusto del pronto soccorso per entrare nella quiete della stanza C15. La signora Smith, che soffre di demenza, giaceva sulla barella vestita con un camice verde pastello. Girò leggermente la testa quando entrai, ma per il resto non rispose alle mie domande. Nascosto nell’angolo, c’era seduto il marito. Sembrava esausto. Era stata una lunga notte, un lungo mese, un lungo anno. Dopo aver terminato la visita, lasciai la stanza con una nuova consapevolezza. Non avevo un paziente, ma due. La signora Smith ed il signor Smith avevano entrambi bisogno di cure.
La demenza, una malattia del cervello che compromette la cognizione con effetti sulla memoria, sul comportamento e sul processo decisionale, affligge 16 milioni di persone in America. Ma colpisce anche i loro familiari ed amici. L’assistente o caregiver tipico è il coniuge (25%), la figlia (39%) o il figlio (17%). Con il progredire della demenza, l’assistenza diventa un lavoro a tempo pieno. È facile concentrarsi sulla persona affetta da demenza che richiede attenzione e dimenticare il caregiver che rimane nell’ombra.
Assistenti, voglio incoraggiarvi riconoscendo le vostre sfide, esplorando il conforto biblico e dandovi alcuni consigli pratici per assistere bene il vostro caro.
È davvero difficile
L’assistenza verso una persona affetta da demenza è fisicamente impegnativa. Con il progredire della demenza, le esigenze di assistenza si moltiplicano. Attività quotidiane come lavarsi i denti e pettinarsi richiedono più tempo. Come assistenti, potreste incontrare limitazioni fisiche (ad esempio, il signor Smith non era in grado di sollevare la signora Smith per farla entrare ed uscire dalla vasca). Quando il sonno viene interrotto, la prestazione fisica è maggiore. Molte persone affette da demenza fanno fatica a dormire di notte a partire dal tramonto e sperimentano un aumento di confusione al buio. I continui bisogni si sommano alla solitudine e all’isolamento. È una sfida enorme mantenere le amicizie ed il coinvolgimento nella chiesa quando non si può uscire di casa.
Come molti caregiver, potreste essere spiritualmente prosciugati, chiedervi se qualcun altro capisce la vostra vita e sentirvi in colpa per i pensieri di rabbia e di risentimento. Qui, nel deserto, potete trovare riposo all’ombra della mano destra di Dio e conforto presso le fresche sorgenti della sua Parola.
Servo stanco, spera in Dio
Il dubbio prospera nell’isolamento, ma Dio è per voi “un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà.” (Sal. 46:1). Dio non è solo un tifoso in disparte; egli partecipa attivamente insieme a voi. Si prende cura di voi mentre voi vi prendete cura degli altri. È “con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20). Queste promesse non si applicano solo alla sua presenza, ma anche alla sua potenza. Quando i pesi si fanno più pesanti, la sua grazia si moltiplica sempre di più mentre lui ci equipaggia con “l’immensità della sua potenza verso noi che crediamo” (Ef 1:19). Il Signore provvede sia le promesse che la potenza per servirlo.
Dio si prende cura di voi mentre voi vi prendete cura degli altri
Un modo per servire Dio è prendersi cura degli altri, che sono portatori della sua immagine. Ogni essere umano riceve dignità e valore dal Creatore (Gen. 1:26), che tesse insieme ciascuno di noi nel grembo materno (Sal. 139:13). Il vostro servizio attraverso l’assistenza è spesso fatto nel segreto, ma Dio vi vede e vi ricompensa (Matteo 10:42). Egli affina e riallinea le vostre motivazioni verso di lui e lontano dall’apprezzamento degli uomini.
Aiuto pratico per gli assistenti
Quando il vostro cuore è centrato su Dio, potete applicare nell’assistenza una saggezza di tipo pratico.
In primo luogo, considerate i modi per coltivare la gratitudine. Certo, assistere può essere una sfida, ma non perdete i momenti di benedizione in un sorriso, in una storia raccontata, nella stretta di una mano. Annotateli per aiutarvi a ricordare i piccoli doni di incoraggiamento che Dio provvede.
In secondo luogo, disponete intorno a voi dei promemoria della Parola di Dio per incoraggiare voi ed il vostro caro. Se la persona affetta da demenza è cristiana, scegliete versetti noti che potrebbe aver memorizzato nell’infanzia. Questi primi ricordi si conservano bene.
In terzo luogo, coinvolgete la persona nelle vostre devozioni. Leggete insieme le Scritture. Cantate insieme. Nella demenza, la memoria musicale rimane intatta ed accessibile. Sfruttate il dono della musica per portare gioia e raccontare le verità del Vangelo.
Nell’assistenza possono insinuarsi l’autosufficienza e l’eroismo, per cui si pensa di essere gli unici a poterlo fare e a farlo bene.
In quarto luogo, coinvolgete gli altri nell’assistere. Rivolgetevi alla comunità della vostra chiesa e ai pastori per condividere ciò che sta accadendo. Non rimanete isolati. Date agli altri l’opportunità di servire al vostro fianco. Nell’assistenza possono insinuarsi l’autosufficienza e l’eroismo, per cui si pensa di essere gli unici a poterla fare e a farla bene. Siate abbastanza umili da conoscere i vostri limiti; siate aperti all’aiuto degli altri. Chiedete se qualcun altro nella vostra chiesa ha affrontato lo stesso percorso con una persona cara. Gli altri possono essere un conforto e una risorsa. Informatevi sulle risorse presenti nella vostra comunità locale attraverso ff E ricordate l’importanza di trovare il riposo spirituale per la vostra anima insieme al riposo fisico.
In ospedale, la signora Smith si registrò come paziente ed il signor Smith come visitatore. Uno riposa su una barella, l’altro su una sedia, ma entrambi hanno bisogno di cure. Dio, il grande Medico, conosce i bisogni di entrambi, del primo paziente e del secondo.
Articolo apparso originariamente in lingua inglese su The Gospel Coalition.