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Tutto inizia con il diletto. La vita cristiana che il Nuovo Testamento descrive non può essere vissuta se i nostri cuori non amano Dio e se lui non è il nostro tesoro.

  • Nessuno vende tutto ciò che ha per comprare un campo, a meno che non contenga un tesoro di valore molto maggiore (Matteo 13:44).

  • Nessuno abbandona il peccato per credere e obbedire Gesù, a meno che la sua salvezza non offra piaceri superiori a quelli del peccato (Luca 19:8–10).

  • Nessuno può avvicinarsi a Dio se non crede che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11:6).

  • Nessuno considera la sua giustizia come un danno, a meno che non creda che la giustizia di Gesù è l’unica cosa in grado di garantirgli la gioia inesprimibile di conoscere il Padre (Filippesi 3:9–10).

  • Nessuno lascia “case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli o campi” per amore di Gesù senza lo stimolo di una ricompensa molto più grande (Matteo 19:29).

  • Nessuno soffre volentieri per amore di Gesù, a meno che egli non creda che le sue afflizioni non sono degne di essere paragonate con il peso eterno di gloria che lo aspetta (2 Corinzi 4:17).

  • Nessuno accoglie volentieri il martirio per amore di Gesù, a meno che non consideri la morte un guadagno (Filippesi 1:21).

Ciò che motiva la vita cristiana è la grande gioia posta dinanzi a noi (Ebrei 12:2), che ci fa dimenticare le cose che stanno dietro e protendere verso la mèta del premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù (Filippesi 3:13–14). L’approccio alla vita del cristiano è di giungere “in qualche modo” alla risurrezione dei morti (Filippesi 3:11). Costi quel che costi.

Possiamo vivere in questo modo solo quando la Risurrezione e la Vita è la più grande gioia dei nostri cuori (Giovanni 11:25). È infatti impossibile amare con tutto il nostro cuore uno nel quale i nostri cuori non trovano gioia (Luca 12:34).

Ogni atto di obbedienza a Dio, incluso amare il nostro prossimo come noi stessi e amare i nostri nemici, è subordinato all’obbedienza al gran comandamento di amare Dio con tutto il nostro cuore (Luca 10:27; Luca 6:35). È per questo che nella Bibbia gioire in Dio è un imperativo e non un’opzione: “Trova la tua gioia nel Signore” (Salmo 37:4).

DIO VUOLE ALLARGARE I NOSTRI CUORI

A questo punto potresti essere scoraggiato, perché la tua capacità di gioire in Dio ti sembra molto ridotta. Non disperarti e non condannarti. Anch’io mi sento così, come ogni cristiano che io abbia mai incontrato. Tutti dobbiamo e vogliamo amare di più Dio.

Dio vuole ampliare la nostra capacità di amarlo con un cuore pieno di gioia

E questa è la meravigliosa buona notizia: Dio vuole ampliare la nostra capacità di amarlo con un cuore pieno di gioia. Egli lo dice molto chiaramente in alcune preghiere nelle Scritture. L’apostolo Paolo ama pregare per avere di più, sia per se stesso sia per le sue chiese. Egli pregò così per i Filippesi:

E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. (Filippesi 1:9–11)

Ascoltatelo pregare per gli Efesini:

Non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l’immensità della sua potenza. (Efesini 1:16–19)

Non ci dà forse speranza? Paolo vuole che gli Efesini vedano e conoscano più gloria in modo che abbiano più gioia nella gloriosa e ricca eredità che Dio sta riservando per loro. Più avanti, nella stessa lettera, egli prega:

… affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria [del Padre], di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. (Efesini 3:16–19)

Questa preghiera di Paolo non era solo per gli Efesini; è anche il desiderio di Dio per noi oggi. Egli vuole che abbiamo più forza e maggiore capacità di conoscere l’amore di Cristo e avere più della sua pienezza, perché avere più della pienezza di Dio significa avere un amore più grande per lui. Più amore per lui significa più gioia in lui. E più grande è la nostra gioia in lui, più il suo giogo è leggero e i suoi comandamenti diventano meno gravosi (Matteo 11:30; 1 Giovanni 5:3), perché Dio ha allargato il nostri cuori (Salmo 119:32).

SIGNORE, COSTI QUEL CHE COSTI, PIÙ GIOIA

Non siamo destinati a vivere il resto delle nostre vite con un piccolo amore e una piccola fede. Dio vuole di darci di più, e vuole che glielo chiediamo con perseveranza, perfino impudenza (Luca 11:8–9). Perciò chiediamo senza stancarci fino a quando egli risponderà (Luca 18:1).

Padre celeste, perdonaci per non averti amato come tu meriti (Romani 3:23), e grazie perché copri questo grave peccato con il prezioso sangue di Gesù (1 Giovanni 1:9). Noi ci ravvediamo! Dacci la grazia di amare te, tuo Figlio e il tuo Spirito Santo con tutto il nostro cuore. Ma non vogliamo amarti soltanto con la capacità attuale dei nostri cuori; vogliamo che i nostri cuori siano allargati. Perciò, costi quel che costi, Signore, accresci la nostra gioia in te come il più grande tesoro dei nostri cuori. Nel nome potente di Gesù, e per amore di lui, Amen.


Il presente articolo è stato pubblicato sul sito impattoitalia.org. Cortesemente concesso.

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