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Quando Dio rimane in silenzio

Silenzio. A volte non è quello che Dio ci dice che ci provoca più dolore e confusione, ma il fatto che in mezzo alle difficoltà sembra restarsene in silenzio.

Forse Dio è stato in silenzio nella tua vita mentre aspettavi le sue risposte?

È successa la stessa cosa a Giobbe. Voleva sentire Dio. Voleva capire come mai stesse soffrendo. Voleva udire Dio chiamarlo per nome. “Che l’Altissimo mi risponda”, supplicava (Giobbe 31:35).

Una voce nella tempesta 

Alla fine, dopo aver chiesto e lottato, Dio gli parlò con una voce in mezzo alla tempesta.

A volte non è quello che Dio ci dice che ci provoca più dolore e confusione, ma il fatto che in mezzo alle difficoltà sembra restarsene in silenzio.

Dio chiese dov’era Giobbe quando Lui iniziava l’opera della creazione. Cosa aveva fatto Giobbe per chiamare all’esistenza l’universo, per creare la sua stessa vita o rendere possibile l’esistenza dei suoi beni, dei suoi figli o per provvedere alla sua salute?

Ci si poteva aspettare che Dio rispondesse a tutti quei capitoli pieni di domande di Giobbe e dei suoi amici che avevano parlato con eloquenza di Dio e di come opera. Si poteva pensare che Dio avrebbe dato delle risposte precise a tutti quei punti.

Ma non lo fece.

Rispose alle domande di Giobbe con domande Sue – ben quattro capitoli – per ricordare a Giobbe che stava avendo a che fare con l’Iddio onnipotente.

Dio non spiegò nulla. Non rivelò il Suo piano sovrano. Al contrario, rivelò Se stesso e, in mezzo alla Sua meravigliosa presenza, le domande di Giobbe non trovarono risposta – ma semplicemente scomparvero.

Poi il Signore disse a Giobbe: “Vuoi ancora contendere con l’Onnipotente? Sei l’accusatore di Dio, ma hai le risposte?”. Allora Giobbe rispose al Signore: “Non sono nulla – come potrei trovare le risposte? Mi metto la mano sulla bocca e rimango in silenzio. Ho già detto troppo. Non ho più nulla da dire” (Giobbe 40:1-5)

Accettare il mistero 

Nella Sua risposta, Dio non spiegò il significato della sofferenza o come evitarla. La sofferenza è un mistero e Giobbe arrivò a rispettare il mistero. Arrivò a capire che, siccome conosceva chi era Dio, poteva anche accettare quello che Dio dava – anche quando non lo comprendeva.

Il Signore non scelse di rivelare tutto a Giobbe. Lui non rivela tutto neanche a noi. E la verità è che non deve farlo. Lui è Dio. È il Creatore; noi siamo le creature. Dio non ci deve alcuna spiegazione.

E che sarebbe successo se Dio avesse parlato? Cosa sarebbe successo se avesse spiegato il Suo piano e il Suo scopo per la sofferenza di Giobbe? Tendiamo a pensare che se solo sapessimo perché soffriamo, riusciremmo a sopportarlo. Ma è vero?

A volte penso che anche se Dio elencasse tutti i motivi per cui ha permesso che perdessimo i nostri cari o si sviluppasse una malattia o soffrissimo un rifiuto, non li capiremmo dalla nostra prospettiva limitata. Per questo, invece, Lui amplia la nostra prospettiva facendoci intravedere la sua capacità di gestire l’universo in contrasto con i limiti della nostra esperienza e della nostra comprensione.

Giobbe non aveva idea di essere la pedina di un confronto cosmico. Leggendo l’inizio della storia, scopriamo l’accordo fra Dio e Satana, ma Giobbe non vedeva il contesto della sua sofferenza. Non aveva idea del valore della sua fedeltà nella difficoltà più estrema. Eppure era così.

Giobbe ci insegna che anche la nostra reazione alle prove è importante. Come lui, spesso non riusciamo a vedere gli scopi reconditi di Dio. Eppure possiamo scegliere di essere fedeli e di continuare a camminare verso il Signore nell’oscurità.

Scegliere di credere in mezzo al buio 

Il nostro compito non è decifrare esattamente come andranno ad incastrarsi tutti i pezzi della nostra vita e cosa significano, ma rimanere fedeli ed ubbidienti al Dio che conosce tutti i misteri. Questo è il genere di fede che piace a Dio – una fede che è determinata a fidarsi di Lui anche quando non ci dà tutte le risposte, quando non udiamo alcuna voce in mezzo alla tempesta.

Rimarrai in silenzio ad ascoltare la voce di Dio che ti parla attraverso la Sua Parola, forse non rispondendo ai “perché” ma rivelandoti il più importante “chi”? Riposerai nella consapevolezza che ci sono misteri che non comprenderemo appieno in questa vita, e resisterai al cercare di spiegare un Dio inspiegabile?

Sceglierai di fidarti di Dio e continuerai a credere che ha un piano e uno scopo, anche quando il futuro sembra oscuro?

Questo estratto è adattato dalla nuova edizione di Holding On to Hope: A Pathway through Suffering to the Heart of God di Nancy Guthrie (Tyndale Momentum, 2016). Il libro comprende uno studio di otto settimane sul Libro di Giobbe.

(Traduzione di Susanna Giovannini)


Il presente articolo è stato pubblicato sul sito coramdeo.org. Cortesemente concesso.

 

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