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Parlare di transgenderismo con il tuo prossimo

Man mano che la nostra cultura vive sempre più secondo ideologie transgender, ci sono evidenti conflitti tra la visione biblica del mondo e i valori che ci circondano. Come seguaci di Cristo, il nostro obiettivo principale è quello di mirare ai cuori con il Vangelo, ma dobbiamo anche capire come vivere in armonia con coloro che non condividono la nostra visione del mondo.

Questa tensione non è nuova. Il profeta Geremia ne affronta una simile con Israele. Esiliato in Babilonia, Israele era circondato da una cultura pagana. Ma, piuttosto che dire agli israeliti di ignorare le persone attorno a loro, Dio dice per mezzo di Geremia: “Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il SIGNORE per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene” (Ger 29:7).

Queste parole ci ricordano che è bene cercare il benessere di coloro che ci circondano, oltre ad  incoraggiarci ad essere significativamente coinvolti nelle questioni attuali  della cultura dominante. Per molti di noi questo include discussioni sull’identità di genere. Domande importanti sul genere emergono in conversazioni con i nostri amici e conoscenti, a pranzo con i colleghi, con gli insegnanti e con il personale amministrativo delle scuole dei nostri bambini.

Sebbene la chiarezza sull’identità di genere non sia la maggiore speranza che nutriamo per i nostri vicini non credenti, pensare e vivere secondo il progetto creato e previsto da Dio aiuterà la nostra società, e gli individui al suo interno, a fiorire. Siamo chiamati ad essere agenti di cambiamento nel mondo, ma dovremmo sempre farlo con il desiderio e l’impegno verso una trasformazione del cuore tramite il Vangelo.

Lezioni dalla Legge Naturale

Un modo in cui possiamo intenzionalmente avere questo genere di dialoghi è attraverso le lenti della legge naturale. La legge naturale, ovvero i principi derivati dall’ordine del creato, ci aiuta a identificare i costrutti sociali dell’espressione di genere (come gli stereotipi), confermando altresì la realtà biologica e fisica di maschio e femmina.

L’approccio dal punto di vista della legge naturale non è l’unico modo per discutere il transgenderismo con chi non è cristiano, ma può aiutarci a mettere in comunicare visioni del mondo diverse.

La prospettiva della legge naturale supporta l’idea che i nostri corpi manifestino la nostra sessualità, che il nostro sesso biologico sia radicato in differenze cromosomiche che non possono essere cambiate chirurgicamente, e che i nostri sentimenti possano spesso essere un cattivo indicatore della realtà.

L’approccio dal punto di vista della legge naturale non è l’unico modo per discutere il transgenderismo con chi non è cristiano, ma può aiutarci a mettere in comunicazione visioni del mondo diverse. Quando vieni coinvolto dal tuo collega non credente o da un parente ateo in questioni relative al transgenderismo, è possibile avere un dialogo proficuo.

Ecco alcuni modi per poter affrontare queste discussioni sulla legge naturale in maniera significativa.

1.   Guidali con compassione

Dobbiamo trattare ogni persona con rispetto e compassione. Ogni essere umano è fatto a immagine di Dio, e, sebbene non convinceremo mai i nostri nemici del nostro punto di vista, potremo persuadere i nostri amici.

Dimostrare compassione nelle nostre conversazioni inizia con il rispetto e la gentilezza nei confronti delle persone che stanno lottando con l’identità di genere, e deve estendersi a coloro che supportano con passione il movimento LGBTQ. Il nostro obiettivo non è quello di vincere un dibattito, ma quello di condividere la verità con abbondanza di grazia. Nel nostro atteggiamento e nelle nostre parole verso chi vede il mondo molto diversamente da noi ci deve essere  così tanta compassione che i nostri interlocutori potrebbero essere sorpresi di apprendere che non condividiamo il loro punto di vista. Non possiamo permetterci di sbagliare.

2.   Poni domande umilmente e cercate insieme delle risposte.

Possiamo essere pienamente d’accordo con i nostri amici e vicini non credenti sul fatto che il nostro obiettivo sia quello di aiutare le persone che soffrono di disforia di genere. La domanda è: in che modo lo facciamo? La maggior parte delle persone che sostengono l’ideologia transgender lo fa perché prova empatia per quanti stanno veramente soffrendo in un corpo che sentono estraneo a loro.

Tuttavia ci sono buone ragioni supportate dalla ricerca per opporsi a un approccio di sola asserzione alle questioni transgender. Potremmo non essere d’accordo con il modo di supportare al meglio qualcuno con disforia di genere, ma non con l’obiettivo in sé.

Ci sono buone ragioni supportate dalla ricerca per opporsi a un approccio di sola asserzione alle questioni transgender.

Se hai un buon rapporto con la persona con cui stai avendo questa discussione, suggerisci un libro da leggere insieme. Why Gender Matters, Irreversible Damage (leggi la nostra recensione) e The End of Gender sono esempi di libri scritti da persone che sostengono parti del movimento LGBTQ, ma che trovano anche problemi significativi nell’ideologia transgender.

Questi libri possono essere particolarmente utili per interagire con i non cristiani perché si basano sulla ricerca sulla disforia di genere, su come uomini e donne siano diversi gli uni dalle altre e sulla realtà biologica. Questi ricercatori forniscono una prospettiva compassionevole, ma anche basata su dati che dimostrano i principi della legge naturale.

Inoltre fare domande può dimostrare il tuo interesse e la tua cura, incoraggiando anche la riflessione su altri punti di vista. Ad esempio potremmo chiedere: essere assertivi nei confronti dei sentimenti intimi di qualcuno è sempre il modo migliore di dimostrare il proprio sostegno? Perché i sentimenti di una persona dovrebbero essere un indicatore della realtà migliore rispetto al suo corpo? È possibile che rispondere con la sola asserzione possa in realtà danneggiare la persona che si intende aiutare? Se fosse possibile aiutare qualcuno che amiamo a sentirsi a proprio agio nella propria pelle, non vorremmo come prima cosa almeno provarci?

3.   Identifica i valori condivisi e comincia a lavorare da lì

Molte persone che sostengono l’ideologia transgender sono frustrate dagli stereotipi culturali. Questo è un luogo in cui possiamo facilmente trovare un punto d’incontro. Possiamo essere d’accordo sul fatto che gli stereotipi possano essere problematici e persino dannosi. Ma l’ideologia transgender può in realtà rafforzare gli stessi stereotipi che dichiara di smantellare.

Molte persone che sostengono l’ideologia transgender sono frustrate dagli stereotipi culturali. Questo è un luogo in cui possiamo facilmente trovare un punto d’incontro.

Ad esempio, se un uomo manifesta interessi “femminili”, la risposta che combatta gli stereotipi sarebbe quella di accogliere e incoraggiare i suoi diversi interessi riconoscendo che può perseguirli come uomo. Contrapporsi agli stereotipi rigidi significa rifiutarsi di usarli come scatole categoriche per ciò che significa essere un uomo o una donna. Un uomo può divertirsi a ballare ed essere sensibile, e una donna può amare riparare le auto ed essere meno espressiva emotivamente.

L’espressione di genere “atipica” non dovrebbe minacciare o indurre le persone a mettere in discussione la propria identità di maschio o femmina. Identificare valori condivisi ci offre un terreno comune su cui lavorare.

4.   Impegnarsi nelle relazioni

Infine è importante comunicare che è possibile mantenere relazioni sane con persone con cui non siamo d’accordo, e che questo è in effetti il nostro desiderio. Se la mia capacità di trattare un altro essere umano con rispetto e gentilezza dipendesse dal mio pieno accordo sulla visione del mondo o sulle scelte di vita, allora avrei pochissimi amici.

I seguaci di Cristo non dovrebbero schivare questioni difficili o controverse, nonostante il cambiare il punto di vista filosofico degli altri non sia il nostro obiettivo principale. Dobbiamo impegnarci pienamente sia nel raggiungere i cuori con il Vangelo che nello stare fermi nella verità all’interno della cultura dominante in cui ci troviamo. Nancy Pearcey scrisse saggiamente: “Come cristiani dobbiamo trovare il modo di chiarire che stiamo facendo affermazioni sulla realtà, non semplicemente sulla nostra esperienza soggettiva”.

La visione biblica della sessualità non è giusta perché la mia esperienza soggettiva afferma che lo è. È giusta perché Dio lo dichiara, ed Egli riflette ciò che è vero nel nostro mondo. Troviamo modi convincenti e compassionevoli per discutere di ciò che è vero nel mondo e per incoraggiare tutti a trovare la loro speranza in Cristo.

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