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La gloria è l’unico obiettivo di Dio?

La gloria di Dio è diventata forse un cliché tra i gruppi riformati giovani e irrequieti? Il vocabolario della gloria è in auge, ma permangono alcune incomprensioni e squilibri. La “gloria di Dio” diventerà un cliché, proprio come “l’amore di Dio” per la generazione precedente, che troppo spesso ha ridotto l’amore a sentimentalismo?

È incoraggiante sentire parlare della gloria di Dio come suo fine ultimo. Mi rallegro per il rinnovato interesse per Jonathan Edwards e per l’influenza contemporanea di pastori come John Piper e ministeri come The Gospel Coalition. Mi rallegro che molti siano catturati dalla gloria di Dio come fine ultimo, poiché essa è la meta della creazione; l’esodo; Israele; Il ministero, la vita, la morte, la risurrezione e il regno di Gesù; la nostra salvezza; la chiesa; la consumazione; tutta la storia della salvezza; e anche Dio stesso. Paolo sottolinea spesso questo fine cosmico: “Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia ​​il primogenito tra molti fratelli” (Rom. 8:29); “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col. 1:16; cfr Rom. 11:33-36; Eb. 2:10).

Mentre se da un lato c’è una sana rinascita nell’insegnare che la gloria è il fine ultimo di Dio, molti inavvertitamente identificano il fine ultimo di Dio con la motivazione globale di Dio (Edwards e Piper non commettono questo errore, ma molti che li leggono lo fanno). Di conseguenza, raramente sentiamo dire che Dio spesso agisce con molteplici fini in mente.

Molteplici ragioni

Prendi l’esodo, per esempio. Perché Dio ha redento il suo popolo dalla schiavitù in Egitto? Si potrebbe rispondere rapidamente: “Per la sua gloria”. Certamente Dio redime il suo popolo dalla schiavitù per glorificare se stesso. Ma il libro dell’Esodo presenta le ragioni di Dio per la liberazione in modo sfaccettato:

  • Preoccupazione per il suo popolo oppresso (3-4)
  • Fedeltà alle promesse del patto fatte ad Abramo, Isacco e Giacobbe (3:15; 4:5; 6:8; 32:13; 34:6; cfr. Deut. 7:6-10)
  • Affinché Israele servisse il Signore (4:23; 6:5; ecc.)
  • Affinché tu sappia che io sono il SIGNORE (6:7; 10:2; 13:13)
  • Per dare la terra promessa (6:8)
  • Affinché gli egiziani sappiano che io sono il SIGNORE (7:5; 14:3-4; 14:15-18)
  • Affinché il Faraone riconosca il Signore come impareggiabile (7:17; 8:10-18)
  • Per mostrare il suo potere (9:16)
  • Affinché il suo nome sia annunziato su tutta la terra (9:16)
  • Per tramandare un’eredità ai figli (10:1-2)
  • Affinché le sue meraviglie si moltiplichino (11:9)
  • Per ottenere la gloria sul Faraone e sul suo esercito (14:3-18)
  • Per amore di Israele (18:8)

Perciò Dio ha liberato il suo popolo per una serie di ragioni, e non solamente una. Il Dio  senza eguali agisce per amore, santità, bontà, fedeltà e gelosia. Questo è fondamentale da notare perché se identifichiamo il fine ultimo di Dio con la motivazione globale di Dio, finiamo per inglobare i suoi attributi sotto la sua gloria. Ma Dio agisce secondo chi Egli è. Ama perché è amore. Agisce rettamente perché è rettitudine. Certamente, mentre agisce, si mostra; e mentre si mostra, si glorifica. Ma non dobbiamo dire che Dio agisce per la sua gloria senza sottolineare contemporaneamente che Dio agisce per il suo amore, bontà, fedeltà – per chi Egli è.

Nota anche che Dio libera il suo popolo per la sua gloria, per il loro bene, per giudicare l’Egitto e per la permanenza del suo popolo che è sotto il patto. Riconoscere e sottolineare questi molteplici fini non toglie l’enfasi sulla gloria di Dio, ma in realtà la sottolinea. Infatti, nell’esodo, Dio mostra il suo amore, la sua fedeltà al patto, la sua gelosia, la sua provvidenza e la sua potenza attraverso le sue meraviglie, la sua salvezza e il suo giudizio, in cui si manifesta e così glorifica se stesso.

Perché Dio ci salva?

Oppure possiamo considerare la dottrina della salvezza e chiederci: “Perché Dio ci salva?” Si potrebbe ribattere frettolosamente: “Per la sua gloria”. Ancora una volta, questo è giusto e cruciale. Ma la Bibbia fornisce una vasta gamma di ragioni. Con potenza e regolarità, Dio stesso spiega il motivo della sua salvezza. Giovanni 3:16 afferma: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato…” (cfr 1 Gv. 4:9-10). Efesini 1:4-5 esalta: “nel suo amore” Dio ci ha predestinati (cfr Deut. 7), ed Efesini 2:4 lega la nostra salvezza all’amore, alla misericordia e alla grazia di Dio (cfr Tito 3:4-5). Giovanni 17 riporta la preghiera sacerdotale di Gesù, che intreccia la gloria di Dio e il bene del suo popolo, pregando e agendo in parte “per loro” (17:19). Romani 8:28 chiarisce anche che la storia redentrice è, in gran parte, per il bene del popolo di Dio.

Allora perché Dio salva? Per molte ragioni, ma in tutte e attraverso tutte, Dio mostra chi Egli è e così glorifica se stesso. Dio manifesta la sua gloria perché nel salvarci mostra la sua sapienza (Rom. 11:33-36; 1 Cor. 1:18-31; Ef. 3:10-11), rettitudine, giustizia (Rom 3:25-26), amore, misericordia, benevolenza (Ef. 2:4-7; Rom. 9:20-23), libertà, ira e potenza (Rom. 9:20-23).

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