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Il Grande Mandato: compiuto da Chiese per fondare Chiese

Il Grande Mandato di Cristo in Matteo 28:16-20 il più delle volte è associato a un appello rivolto ai singoli credenti a considerare la loro chiamata di andare in altri paesi come missionari. Sicuramente è un testo che ogni seguace di Cristo dovrebbe meditare e applicare, ma la sua applicazione prevalentemente in chiave personale sembra essere più il prodotto della cultura occidentale che di una naturale lettura del testo.

Il comando di Cristo è stato dato alla chiesa.

Secondo il versetto 16, gli uditori iniziali del comando furono gli undici discepoli. Gli apostoli erano più che singoli individui che cercavano di obbedire gli insegnamenti di Cristo in forma privata. Questi uomini furono i fondatori e le guide della Chiesa che da lì a poco avrebbe avuto origine e che si sarebbe moltiplicata attraverso la loro testimonianza e la potenza dello Spirito Santo. Essi avevano capito che ogni membro della chiesa andava istruito a obbedire tutto quello che il Signore aveva comandato, incluso il comando di fare discepoli tutti i popoli.

Il comando di Cristo è stato dato a tutti i membri della chiesa.

Di solito si pensa che i messaggi riguardanti le nazioni siano rivolti in particolar modo a una sottocategoria della chiesa: uomini e donne che sono già predisposti a riflettere o a interagire con quello che succede nel mondo. Ciò avrebbe senso se (a) la motivazione principale per raggiungere le nazioni con il vangelo fosse un’affinità verso certi popoli e culture; e (b) l’unico modo per obbedire al comando di Cristo fosse il lasciare la propria casa e trasferirsi altrove per amore del vangelo.

Tuttavia, nessuna delle due ipotesi è vera. La motivazione principale per proclamare il vangelo e fare discepoli non si fonda nella sociologia. E’ l’incommensurabile valore di Cristo e della sua gloria la motivazione che ci spinge a diffondere il messaggio del vangelo. Quando il nostro cuore è spinto ad adorare e a obbedire il nostro meraviglioso Dio per tutto ciò che Egli è, la conseguenza naturale è il desiderio di vedere altri che ancora non lo conoscono lodarlo.

Inoltre, l’applicazione del Grande Mandato non è esclusivamente di andare, ma di pregare il Signore della mèsse di suscitare altri operai (Luca 10:2), e di mandarli nel mondo come fece la chiesa di Antiochia con Barnaba e Saulo (Atti 13:2-3), e di sostenere missionari come “collaboratori della verità” (3 Giovanni 8). E’ un’opera collettiva che coinvolge ogni membro del corpo di Cristo. Il nostro scopo pertanto non è di convincere tutti ad andare all’estero, ma di aiutare tutti i membri della nostra congregazione a pensare e ad agire con una mentalità del vangelo aperta al mondo.

Il comando di Cristo fu dato a tutte le chiese

La missione di andare e fare suoi discepoli tutti i popoli fu data alle chiese di ogni nazione. Il vangelo continua a diffondersi nel mondo, e con la moltiplicazione e la maturazione delle chiese, esse, a loro volta, si sono impegnate a mandare e a sostenere missionari. La realtà è che chiese di tutto il mondo sono profondamente impegnate nella missione internazionale; non è un’iniziativa delle sole chiese occidentali.

Ci sono due potenziali insidie per le guide delle chiese occidentali alla luce di tutto questo. Da un lato, potremmo cadere nella trappola di pensare: “Se NOI non andiamo, come udranno essi?” La missione di diffondere il vangelo a ogni lingua, tribù e nazione può essere vista come un compito riservato soltanto alle chiese in America senza pensare ai nostri fratelli e sorelle in giro per il mondo che stanno lavorando al nostro fianco. L’altro pericolo è di credere: “Sono già in tanti altri ad andare in missione, perciò non c’è più bisogno di noi”. Certo, nazioni come la Corea del Sud e l’India stanno inviando decine di migliaia di missionari, ma questo non vuol dire che possiamo abdicare la nostra responsabilità.

Qualche anno fa, mentre mi trovavo in Sudamerica, chiesi a uno stimato missiologo e fondatore di chiese Brasiliano la sua opinione riguardo all’affermazione secondo cui l’era delle missioni occidentali fosse tramontata e che ora fosse giunto il tempo di “passare il testimone”. La sua risposta fu cortese e sincera: “L’ho già sentito dire”, disse, “e la mia domanda è: ‘Tanto per cominciare, perché pensi che sia tu a dover passare il testimone?’” Ha ragione. Il Grande Mandato non appartiene a nessuna specifica era o area geografica della chiesa; anzi, tutte le chiese di tutte le epoche e in tutti i luoghi devono collaborare per fare discepoli tutti i popoli. La nostra opportunità alla luce di queste tendenze mondiali è non solo quella di inviare missionari dalle nostre chiese ma di collaborare con chiese internazionali nel mandare, sostenere e servire missionari tra le nazioni.

Il comando di Cristo era di fare discepoli, i quali avrebbero formato chiese.

La scopo della missione non è di evangelizzare tutti, ma di fare discepoli che osservano tutto quello che Cristo ha comandato. Il primo può essere compiuto velocemente attraverso singoli individui, mentre l’ultimo ha bisogno di tempo e richiede la comunità. Ne consegue che per compiere il Grande Mandato occorre fondare chiese.

Qualsiasi sforzo missionario deve essere collegato allo scopo di riprodurre corpi locali di credenti attraverso la dichiarazione e la dimostrazione del vangelo. I ministeri di misericordia sono un’ottima cosa e producono tanti benefici ma non porteranno a nessuna crescita se cuori di pietra non diventano cuori di carne per mezzo della potenza dello Spirito di Dio e mediante la Parola di Dio. Al contrario, il ministero della proclamazione è necessario ma rimane impalpabile senza il frutto tangibile della Parola nel servizio dei bisogni della comunità. Lo scopo dunque è di vedere comunità di discepoli ben formati che proclamano la buona notizia della salvezza in Gesù Cristo e che manifestano anche il frutto dello Spirito attraverso l’amore per il loro prossimo.

Se è compito di ogni chiesa locale obbedire il Grande Mandato per far nascere nuove chiese locali a livello locale e globale, da dove iniziamo? Suggerirei di iniziare dallo stesso punto dei discepoli di Cristo. Come guide di chiesa, dobbiamo riflettere sui comandi del Signore e dobbiamo ricercare la guida e la potenza dello Spirito Santo nel fare dei passi di fede. Non conta la dimensione della nostra chiesa, l’età, le risorse, o le prove in cui ci troviamo. Non siamo impotenti, poveri o soli. La promessa di Cristo è per noi oggi. Egli governa tutte le cose, in terra e in cielo, ed è con noi fino alla fine dell’età presente. Egli compirà la sua missione.


Il presente articolo è stato pubblicato sul sito Impatto Italia. Cortesemente concesso.

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