×

Tra le storie bibliche più note, Giona occupa sicuramente un posto speciale, soprattutto fra i bambini. Chi di noi non ne ha sentito almeno una versione in cui un grande pesce ingoia il profeta disubbidiente a Dio che poi sopravvive portando a termine la sua missione? Probabilmente anche Collodi si ispirò a Giona quando scrisse Pinocchio che finì nel ventre della balena con Geppetto!

C’è chi ritiene che il libro di Giona sia un racconto allegorico, un’immagine simbolica della vita umana in cui nessuno sfugge al destino prestabilito neanche se va in capo al mondo. Chi pensa così, spesso non crede che tutta la Parola di Dio sia divinamente ispirata e finisce per leggere Giona allo stesso modo in cui legge Pinocchio.

La realtà è che il libro di Giona è una narrazione storica ossia racconta fatti davvero accaduti. Possiamo affermarlo con sicurezza perché Gesù cita Giona direttamente in Matteo 12:39-41 (vedi anche Matteo 16:4,17; Luca 11:29-32).

Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti. I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più che Giona!” 

Non è interessante sapere che Gesù si riferisce a questo personaggio e alla sua storia? Gesù ci consegna direttamente la chiave di lettura del libro di Giona per trasmetterlo a grandi e piccini.

Una lettura moralistica

Molti libri illustrati e materiali didattici però evidenziano principalmente la testardaggine e disubbidienza di Giona mostrando le conseguenze tragiche della sua scelta sbagliata. I racconti parafrasati, le illustrazioni, le canzoni e le attività abbinate, evidenziano soprattutto la disubbidienza di Giona alla missione di Dio.

Credo che ridurre la storia di Giona a una mera sollecitazione all’ubbidienza sia il risultato di una lettura poco approfondita.

Spesso nel libro di Giona, così come in altri brani biblici, si evince dal racconto principalmente un esempio da evitare, si ricerca una morale, un principio etico a cui ispirarci, una o più regole da seguire. L’essere ubbidienti e moralmente virtuosi ci forniscono dei binari sicuri per sentirci dei bravi bambini o delle brave ragazze che compiacciono Dio.

Siccome Giona è il ribelle, l’anti eroe, la morale emergente è che non bisogna essere né fare come lui. Se Giona ha disubbidito, noi dobbiamo ubbidire! Spesso si concludono così gli insegnamenti diretti in particolare ai bambini.

Tuttavia credo che ridurre la storia di Giona a una mera sollecitazione all’ubbidienza sia il risultato di una lettura poco approfondita.

Sovente imbocchiamo una scorciatoia passando dal testo per arrivare direttamente a noi persone del 21° secolo. Tuttavia dovremmo ricordarci che la Bibbia non è stata scritta direttamente a noi, sebbene sia anche per noi. Non possiamo mai destoricizzare le circostanze in cui l’autore e il suo uditorio vivevano. Giona non ha scritto a noi che per andare a Tarsis prenderemmo sicuramente l’aereo per fare prima!

Rendercene conto ha due conseguenze importanti:

  1. non possiamo mai strappare un testo dal suo contesto
  2. dobbiamo tenere sempre presente che ogni brano va compreso alla luce di Gesù Cristo.

Una lettura Cristocentrica

Tra Giona e noi è accaduto un evento paradigmatico che ha segnato la storia e che è la manifestazione del piano di redenzione di Dio. Tutta la Bibbia punta verso Cristo come lui stesso afferma in Luca 24:27 e 44, quindi anche il libro di Giona parla di eventi, situazioni e persone che prefigurano colui che era atteso.

Giona è un assaggio di Cristo, un tipo o un’ombra di Colui che è maggiore di Giona.

La Bibbia, che si spiega sempre con la Bibbia, dice che Giona è un segno di Gesù: come Giona anche Lui è entrato nel cuore della terra per tre giorni e tre notti! Cristo però dice: “Attenzione, io valgo molto più di Giona”, per cui capiamo che Giona è un assaggio di Cristo, un tipo o un’ombra di Colui che è maggiore di Giona. Giona sprofondò nell’abisso marino, ma per grazia di Dio, non affogò, mentre Cristo fu crocifisso, entrò nel soggiorno dei morti, ma il terzo giorno risuscitò!

Cristo è anche maggiore di Giona perché Lui è il sommo profeta che non si è rifiutato di venire per salvarci. Mentre Giona disse NO, Gesù disse SÌ!

Inoltre Giona fuggì per andare nella direzione opposta, lontano dal volto del Signore, ma Cristo venne verso di noi per mostrarci il volto del Signore.

Infine mentre Giona prese molta distanza dai suoi nemici, Cristo si è avvicinato ai suoi nemici, è venuto in casa sua anche se i suoi non l’hanno ricevuto. Gesù ha avuto misericordia di noi che non saremmo mai riusciti ad avvicinarci a Dio perché ci meritiamo gli effetti della sua giustizia. Invece, in Cristo, riceviamo gli effetti della sua grazia!

Cristo è il giusto che muore per noi ribelli e rende giusti molti. Alla croce, teatro della giustizia di Dio contro il peccato, Cristo subisce la condanna al nostro posto e noi, inondati dalla grazia, riceviamo la sua giustizia!

Nella mente di Giona e anche nella nostra, giustizia e grazia sembrano acqua e olio che non possono mescolarsi. In Gesù invece giustizia e grazia si incontrano!

Cristo subisce la condanna al nostro posto e noi, inondati dalla grazia, riceviamo la sua giustizia!

Quando raccontiamo la storia di Giona, aiutiamo chi ci ascolta a fare questi collegamenti principali con la persona e opera di Gesù perché Cristo ha il primato!

Poi poniamo delle domande, sia ai più piccoli sia ai più grandi, che parlino alla loro coscienza in modo che la loro riflessione sotto la spinta trasformante dello Spirito Santo porti all’azione.

Ci avviciniamo con compassione a chi è diverso da noi o il nostro pregiudizio su chi vive una vita immorale ci irrigidisce?

Quanto la nostra cultura denominazionale ci rende avari di misericordia? Pensiamo di essere migliori degli altri che non credono ancora nel Salvatore? Pensiamo che alcuni non meritino la salvezza?

La brutta notizia è che siamo tutti come i marinai o i Niniviti e non siamo neanche diversi dalla generazione “adultera e malvagia” contemporanea a Gesù. Ci rendiamo conto che per natura siamo ribelli e lontani da Dio? Tutti abbiamo bisogno della sua salvezza e la bella notizia è che “La salvezza appartiene all’Eterno”, così Giona conclude la sua preghiera consapevole al capitolo 2.

Dio continua a salvare, chiunque e ovunque, Lui chiama me e te, ci dice “alzati e va, proclama!”, vivi per raccontare che c’è la speranza della salvezza in Gesù per ogni persona fino al suo ritorno.

Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello». (Apocalisse 7:9-10)


DISCLAIMER: Questo contenuto esprime le posizioni e sensibilità dell’autore.

NOTA: Questo articolo è protetto da copyright. Ti preghiamo di guardare la pagina Autorizzazioni per eventuali utilizzi

Most Read

CARICA ANCORA
Loading