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Dieci cose che dovremmo sapere sull’aborto

1. I sostenitori pro-vita presentano un caso formale per la loro posizione

Questo caso è riassunto nel seguente sillogismo:

  • P1: È sbagliato uccidere intenzionalmente un essere umano innocente.
  • P2: L’aborto uccide intenzionalmente un essere umano innocente.
  • C: Pertanto, l’aborto è sbagliato.

 

2. Un sostenitore pro-vita può difendere quel sillogismo in meno di 1 minuto

“Io sono a favore della vita perché la scienza stabilisce che fin dalle prime fasi dello sviluppo dell’embrione si deve parlare di un essere umano vero, vivente e completo. Non sei venuto da un embrione, una volta eri un embrione. Certo, eri immaturo e dovevi ancora visibilmente svilupparti, ma il genere di cosa che eri non è in discussione. Non c’è alcuna differenza sostanziale tra l’embrione che eri un tempo e l’adulto che sei oggi che possa giustificare il tuo omicidio nella fase iniziale dello sviluppo.

Quindi le differenze di dimensione, di sviluppo, di ambiente e di dipendenza non sono buone ragioni per ucciderti … allora come ora”.

Non c’è alcuna differenza sostanziale tra l’embrione che eri un tempo e l’adulto che sei oggi che possa giustificare il tuo omicidio

 

3. Che l’aborto uccida intenzionalmente un essere umano innocente è riconosciuto da molti che eseguono e difendono tale pratica

L’abortista Warren Hern scrive: “Abbiamo raggiunto un punto in questa particolare tecnologia [aborto D & E] dove non c’è possibilità di negare che si tratti di un atto di distruzione. È davanti agli occhi di tutti. Le sensazioni dello smembramento fluiscono attraverso il forcipe come corrente elettrica”.

“Non c’è alcuna differenza sostanziale tra l’embrione che eri un tempo e l’adulto che sei oggi che possa giustificare il tuo omicidio”

Anche la femminista Camille Paglia ammette francamente che “l’aborto è un omicidio, lo sterminio dei deboli perpetrato dai potenti. I Progressisti per la maggior parte si sono rifiutati d’affrontare le conseguenze etiche della loro accettazione dell’aborto, che ha come risultato l’annientamento di individui concreti e non solo di ciuffi di tessuto privi di senso”. La femminista Naomi Wolf chiama l’aborto di un feto umano: “vera morte”.

 

4. La Bibbia è a favore della vita anche se la parola “aborto” non appare in essa.

Le Scritture sono chiare sul fatto che tutti gli uomini hanno valore perché sono creati a immagine del loro Creatore (Genesi 1:26-28; Giacomo 3:9). In termini laici ciò significa che gli uomini sono preziosi in virtù di cosa che sono piuttosto che di quale funzione svolgano. Gli uomini hanno valore semplicemente perché sono uomini.

“Gli uomini sono preziosi in virtù del tipo di cosa che sono piuttosto che di una qualche funzione che svolgono.”

Proprio perché gli uomini sono creati a immagine di Dio, lo spargimento di sangue innocente è severamente proibito (Esodo 23:7; Proverbi 6:16-19; Matteo 5:21).

L’aborto è l’uccisione intenzionale di un essere umano innocente. Quindi i testi nella Scrittura che vietano lo spargimento di sangue innocente si applicano tanto ai non nati quanto a ogni altro essere umano innocente.

 

5. Il presunto silenzio della Bibbia sull’aborto non significa che i suoi autori abbiano approvato tale pratica.

La proibizione alla pratica dell’aborto non era granché necessaria ai tempi biblici. In una cultura in cui i bambini sono un dono e la sterilità è una maledizione e dove il destino di una nazione dipende dai genitori che hanno molti figli, l’aborto è un atto impensabile.

 

6. La predicazione sul tema dell’aborto non è una distrazione dalle responsabilità della Grande Mandato della chiesa locale, ma è parte integrante di essa

  • P1: Nel Grande Mandato Cristo ha incaricato la chiesa di andare e fare discepoli.
  • P2: Il modo in cui facciamo discepoli è “insegnare loro ad obbedire” ai suoi comandamenti.
  • P3: Uno di questi comandamenti è che non dobbiamo spargere sangue innocente.
  • P4: L’aborto è lo spargimento di sangue innocente.
  • C: Pertanto, la predicazione sull’aborto riguarda le responsabilità della Grande Mandato della chiesa locale.

7. La posizione pro-vita non si basa su prospettive personali

Affermare che solo le donne possono parlare di aborto significa commettere l’errore ad hominem (“contro l’uomo”) cioè attaccare la persona piuttosto che l’argomento che lui o lei presenta. Solleva anche una domanda preoccupante: quali donne possono parlare?

Anche tra le femministe che sostengono l’aborto, in effetti, non esiste un’unica prospettiva sulla questione. La femminista Naomi Wolf definisce l’aborto “una vera morte” mentre la femminista Katha Pollitt pensa che non sia diverso “dal passare l’aspirapolvere per la casa”. In sostanza, mentre le prospettive di genere sull’aborto ci aiutano a comprendere l’esperienza personale, non sostituiscono un’indagine razionale. Piuttosto, sono argomenti che devono essere promossi e difesi. Dopo tutto, le donne pro-vita usano gli stessi argomenti degli uomini pro-vita.

 

8. I cristiani in favore della vita raccontano una storia migliore sull’uguaglianza

Ogni essere umano ha lo stesso diritto alla vita o solo qualcuno in virtù di alcune caratteristiche che possono essere considerate? In effetti, la posizione pro-aborto mina l’uguaglianza dell’uomo. Se quindi gli uomini hanno valore solo per alcune caratteristiche sviluppate come “l’autoconsapevolezza” ne potrebbe conseguire che, dal momento che questa caratteristica la otteniamo in misura diversa, i diritti umani fondamentali li riceviamo per gradi diversi.

L’uguaglianza dell’uomo sarebbe quindi un mito!

Da un punto di vista teologico è molto più ragionevole sostenere che, sebbene gli esseri umani siano immensamente diversi nei loro rispettivi gradi di sviluppo, nonostante ciò sono uguali perché condividono una natura umana comune fatta a immagine di Dio.

 

9. La fotografia di vittima dell’aborto cambia la narrazione.

Come sottolinea Gregg Cunningham, quando mostri immagini di aborti: “L’aborto protesta da sé”.

Efesini 5:11 dice: “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, piuttosto denunciatele”. Quasi tutti i movimenti di riforma sociale di successo sin dall’alba del 20° secolo hanno usato immagini inquietanti per far comprendere cose che le sole parole non sono in grado di fare.

Le immagini inquietanti cambiano il modo in cui le persone percepiscono l’aborto mentre fatti e argomenti possono cambiare il loro modo di pensare. Sono entrambi vitali per cambiare atteggiamento, e i nostri avversari lo ammettono. “Quando qualcuno tiene in mano un modello di un feto di sei mesi e un paio di forbici chirurgiche, parliamo di scelta e perdiamo”, scrive la femminista Naomi Wolf.

 

10. Il rimedio per la colpa post-aborto non è evitarlo, è il perdono.

Le immagini di aborti sono dolorose da vedere. Se usate correttamente preparano il terreno per la Buona Notizia del Vangelo che da solo ci guarisce dal nostro peccato. Le immagini fanno il duro lavoro di rendere il peccato concreto in modo che io possa usare le mie parole per lenire e portare speranza.

Gli uomini e le donne del post-aborto non hanno bisogno di una scusa. Hanno bisogno di uno scambio: quello della giustizia di Cristo per la loro peccaminosità.

Come tutti i peccatori perdonati, gli uomini e le donne del post-aborto possono vivere ogni giorno sicuri che Dio li accetti sulla base della giustizia di Cristo, non di ciò che loro hanno fatto di giusto.

(Traduzione a cura di Maddalena Bennardo)

Il presente articolo è stato pubblicato sul sito coramdeo.it. Cortesemente concesso.

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