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Cos’è la teologia? Fra le altre cose, un canto di lode

“Teologia” è una parola che suscita emozioni contrastanti. Per alcuni è sinonimo di noia mortale e inutilità, per altri di rispettabilità e sofisticatezza. Alcuni non vorrebbero mai sentirne parlare, altri parlerebbero solo di quello. Ma cos’è la teologia e che ruolo deve avere nella nostra vita?

Quando Dio mette “Mi piace”

La prima cosa da chiarire è che tendiamo a misurare la gradevolezza della teologia, come di tutte le cose, sulla base di ciò che essa è in rapporto a noi. Che ci appaghi o che ci annoi, che ci affascini o che ci confonda; tutto si riduce a chiederci se la teologia “ci piace” o “non ci piace”.

La teologia deve piacere a Dio; e la migliore teologia vuole piacere a Dio.

Qui, però, c’è un problema. Come al solito, siamo irrimediabilmente egocentrici, e la nostra prospettiva ne risulta irrimediabilmente distorta: Dio siede sul trono del cielo, è lui il re e il giudice finale di tutte le cose. Importa davvero poco cosa piaccia o non piaccia a noi; ciò che importa è cosa piace (o non piace) a lui. La geo-logia, l’antropo-logia e la psico-logia devono essere sottomesse e gradite, in ultima analisi, a Dio. Con la teo-logia, se possibile, il problema è ancora più serio, dato che, fra tutte le discipline umane, è l’unica che ha come oggetto specifico e supremo Dio – non un qualche elemento creato, ma il creatore stesso.

La teologia, quindi, deve piacere a Dio; e la migliore teologia vuole piacere a Dio.

Tre caratteristiche fondamentali

Vediamo brevemente tre caratteristiche fondamentali di una teologia gradita a Dio.

1. Incentrata su Dio

Se la teo-logia è un “discorso su Dio”, è chiaro che il suo argomento fondamentale è Dio. Questo non vuol dire che la teologia può solo parlare di Dio, anzi: la teologia biblica parla della Bibbia, la teologia pastorale parla di questioni pratiche della vita cristiana.

La teologia riconduce ogni oggetto della sua discussione a Dio

Il punto è che la teologia riconduce ogni oggetto della sua discussione a Dio. Come scriveva Tommaso d’Aquino, la teologia si occupa di Dio principalmente e di tutte le altre cose in quanto si riferiscono (Summa Theologiae I, 1, 3). La teologia ri-orienta il nostro sguardo, così facilmente attirato da ciò che è creato, fragile, infimo, perché torni a contemplare il Creatore eterno e tre volte santo. Dio è il centro, la sua creazione la periferia.

2. Elaborata da noi

Se è vero che la teologia parla di Dio, è anche vero che a parlare siamo noi

Essere la periferia non è uguale a essere inutili, però. Essere la periferia significa semplicemente avere la funzione di devolvere le risorse invece di riceverle; significa scendere dal palcoscenico e prendere posto nel pubblico, ma il pubblico ci deve essere! In altre parole, se è vero che la teologia parla di Dio, è anche vero che a parlare siamo noi. Ad esempio, in Luca 23:47, leggiamo che «il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Dio, dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto”». Ciò che il centurione dice è pienamente cristo-centrico, e dal grande peso teologico: Gesù è senza peccato e quindi un sacrificio espiatorio perfetto. Eppure, questa verità non salva nessuno per il solo fatto di esistere, né per il solo fatto di essere pronunciata; ciò che è di enorme rilevanza qui è il fatto che è il centurione (un invasore pagano, un nemico di Dio nel sentire comune giudaico) a dire questo, e che, nel dirlo, egli «glorificava Dio». Fare teologia è un dovere e un piacere tutto umano, riservato alle creature che Dio ha creato a propria immagine.

3. Radicata nella Scrittura

Come capi della creazione (cfr. Gen 1:26), ri-orientiamo costantemente tutte le attenzioni al vero centro del cosmo, ossia il Dio trino che ci ha salvato in Cristo. Come farlo, però? Come articolare un discorso su Dio e su tutte le cose in quanto riferite a lui? La Scrittura è la nostra guida infallibile anche in questo ambito. La teologia è e rimane parola solo umana; la Bibbia è Parola divina. La Scrittura è ciò che Dio ci vuole dire; la teologia è ciò che noi diciamo a Dio in risposta. In quanto responso fallibile alla Parola infallibile di Dio, la teologia non è altro che una riformulazione e un’applicazione della Parola. È la Bibbia a stabilire i termini, i metodi, gli oggetti e le finalità della teologia.

La teologia è un canto di lode

A pensarci bene, la Bibbia non contiene né il termine “teologia” né il concetto che le sta dietro. Qualcuno potrebbe concluderne che, quindi, la teologia non può essere così importante. Nella Bibbia, però, c’è qualcos’altro che, proprio come la teologia, è un’espressione verbale umana, incentrata su Dio e nutrita della Parola. Stiamo parlando della lode.

La Scrittura è ciò che Dio ci vuole dire; la teologia è ciò che noi diciamo a Dio in risposta

La lode a Dio attraversa tutta la Bibbia, punteggiando la storia della salvezza nei suoi snodi fondamentali: l’esodo dall’Egitto, il regno di Davide, la nascita di Gesù, solo per citarne alcuni. In ognuna di queste occasioni, quasi senza eccezione, sono persone in carne e ossa a lodare, riconducendo a Dio eventi e circostanze, e in risposta all’opera o alla parola di Dio. Isaia 25:1-5 e Romani 11:33-36 sono esplosioni di lode dopo sedute intense di rivelazioni da parte di Dio; in Apocalisse 5 le lodi che salgono dai vari gruppi presenti attorno al trono (vv. 9-10, 12, 13) sono tutte una risposta all’annuncio e alla presentazione dell’Agnello che si è immolato (vv. 5-8).

«Tu sei l’argomento della mia lode nella grande assemblea» dice il salmista (Sal 22:25); e ancora: «Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue opere gloriose» (Sal 145:5). Non sono forse parole degne del migliore dei teologi?

Anima mia, fai teologia!

Anche se lodare Dio non sempre equivale a fare teologia, fare teologia equivale sempre a lodare Dio

“Teologia” è un termine che suscita emozioni contrastanti, vero. Però, anche se lodare Dio non sempre equivale a fare teologia, fare teologia equivale sempre a lodare Dio. E la lode è un tipo di attività a cui tutti i cristiani nati di nuovo sono chiamati, in ogni momento della loro vita (Rom 12:1; Eb 13:15). Tutti noi, perciò, possiamo (e dobbiamo?) fare teologia! Certo, alcuni fra noi esprimono la loro lode a Dio in termini più esplicitamente teologici e scrivono lunghe e articolate teologie sistematiche; altri pronunciano poche parole, come quelle del centurione alla croce, profondamente significative. Ma tutti, attorno al trono dell’Agnello immolato per noi, esultiamo di gioia in lui; tutti abbiamo solo Gesù Cristo come argomento della nostra lode.


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