Come cristiano, sei un ambasciatore pienamente accreditato dell’impero di Gesù, Sommo Re dell’universo. Dio ti ha affidato il messaggio della riconciliazione, la buona notizia che Gesù riconcilia a Dio i ribelli. Questo è vero dalle 9 alle 5, dal lunedì al venerdì, così come in qualsiasi altra ora della tua vita. Quando vai in chiesa, sei un ambasciatore del Re. Quando esci con gli amici, sei un ambasciatore del Re. Quando vai al lavoro, incontri un cliente, partecipi a una riunione, lavori a un progetto, metti un chiodo, fai un programma, accogli un acquirente o scrivi un documento, rimani un ambasciatore del Re.
L’evangelizzazione non è lo scopo principale del nostro lavoro. La Scrittura ci rivela tutti i tipi di scopi e motivazioni per il nostro impiego. Tuttavia non dovremmo prenderci in giro: uno degli obiettivi è l’evangelizzazione. Siamo sempre ambasciatori del nostro Re, anche durante il nostro lavoro.
In che modo possiamo quindi condividere fedelmente il vangelo al lavoro? Ecco cinque suggerimenti.
1. Come cristiano, svolgi bene il tuo lavoro.
Quando hai la possibilità di parlare del vangelo a uno dei tuoi colleghi, assicurati di essere stato tu stesso una buona testimonianza come buon lavoratore. Costruisciti una reputazione come persona che lavora con scopo, creatività, gentilezza e incoraggiamento. Poi, quando potrai condividere il Vangelo, le persone saranno in grado di vedere il modo in cui rispecchi il carattere del tuo Re.
Dal punto di vista pratico, puoi portare le tue sfide professionali alla luce del vangelo, e riflettere su come affrontarle “come per il Signore” (Cl 3:23). Gesù ti farebbe prendere qualche scorciatoia per quel progetto? Ti lascerebbe frodare quel cliente permettendoti di fare di proposito un lavoro mediocre? Accetterebbe che criticassi duramente i tuoi dipendenti se commettessero errori, anche se evitabili? Ti farebbe passare la giornata con uno spirito di risentimento e rabbia? No. Ti farebbe affrontare le tue sfide con la fiducia che, alla fine, tutto proviene dalla sua mano. In mezzo a tutto ciò, ti farebbe risplendere “come [astro] nel mondo, tenendo alta la parola di vita” (Fl 2:16). Allora il vangelo che produrrai sarà confermato agli occhi di coloro che ti guardano.
2. Impara a mettere Dio sul tavolo.
Sì, fai venire fuori l’argomento! Fai sapere alle persone, in modo naturale, accomodante e sicuro, che sei un cristiano. Perché così tanti credenti cercano di mantenere segreto il loro cristianesimo? Tutti vogliamo che qualcuno si avvicini a noi facendoci domande riguardo al cristianesimo (dal momento che questo ci evita l’esperienza imbarazzante di dover iniziare noi stessi quella conversazione), ma spesso facciamo di tutto per non dare loro alcuna opportunità di farlo.
Quando qualcuno ti chiede cosa hai fatto durante il fine settimana, digli che sei andato in chiesa. Menziona lo studio biblico che frequenti il martedì sera. Non limitarti a borbottare “Mi dispiace di non poter venire alla tua festa di compleanno, sono occupato”. Piuttosto puoi dire: “Non posso venire perché ho in programma di lavorare al progetto dei vestiti usati della mia chiesa questo fine settimana”. Non devi essere odioso o irresponsabile al riguardo. Assicurati solo di identificarti pubblicamente con Gesù. Fai sapere in qualche modo alle persone che sei un cristiano, e non censurare mentalmente il tuo cristianesimo dalle tue interazioni e conversazioni. Rimarrai stupito da quanto spesso le persone coglieranno l’occasione per sapere di più riguardo alla piccola informazione che hai appena dato. Spesso le persone sono più interessate alle cose spirituali di quanto pensiamo. Hanno solo bisogno di un po’ di permesso da parte nostra per sentirsi libere di parlarne.
3. Costruisci relazioni al di fuori dell’orario d’ufficio.
Sforzati di superare i confini personali e professionali che possono formarsi tra te e i tuoi colleghi. Ovviamente non bisogna lasciare che le relazioni diventino in alcun modo inappropriate. Tuttavia, se hai intenzione di condividere il vangelo con qualcuno, alla fine dovrai parlare di qualcosa di diverso dal lavoro.
Seriamente, non è troppo difficile da fare. Andate a prendere un caffè dopo il lavoro. Poni domande che vanno oltre le chiacchiere superficiali che spesso contraddistinguono gli uffici. Fornisci alcune informazioni su di te che incoraggino anche le altre persone ad aprirsi. Parla della tua famiglia. Sii onesto su alcune delle difficoltà della tua vita o parla di alcune delle tue speranze per il futuro. Col tempo, con le tue domande, la tua apertura e il tuo interesse per la loro vita, trasmetterai che tieni a loro in una maniera che va molto più a fondo rispetto ai soli talenti con cui contribuiscono al bene dell’azienda. Ci tieni a loro per chi loro sono. Sarà molto più probabile che ti ascoltino mentre discuti del vangelo se sanno di non essere solo un altro ingranaggio all’interno della tua macchina professionale.
4. Usa la testimonianza della chiesa.
Mentre costruisci relazioni con le persone, cerca dei modi per coinvolgere anche altri credenti della tua chiesa. L’amore che i cristiani hanno gli uni per gli altri è uno dei più grandi testimoni del vangelo su questo pianeta (Gv 13:34-35). Se tu e alcuni amici della chiesa state per uscire insieme, invita uno dei tuoi colleghi a unirsi a voi. Le conversazioni non devono essere per forza esplicitamente spirituali. A volte le interazioni tra un gruppo di cristiani normali, interessanti, divertenti e intelligenti cambieranno l’intera prospettiva di una persona sul cristianesimo. Puoi anche invitare i colleghi agli incontri della tua chiesa. Lascia che vedano cosa significhi per un gruppo di cristiani riunirsi e prendere sul serio la propria fede. Molti non hanno mai visto niente del genere, e sperimentarlo può sollevare nelle loro menti ogni tipo di buone domande. Gesù ha chiamato i suoi seguaci a radunarsi nelle chiese per una ragione. La vostra famiglia ecclesiastica può essere un’enorme risorsa evangelistica. Lascia che siano tuoi collaboratori mentre mantieni salda la parola della vita sul tuo posto di lavoro.
5. Abbi una mentalità da “campo di missione” riguardo al tuo lavoro.
Hai considerato il fatto che uno dei motivi per cui Dio potrebbe averti assegnato al tuo posto di lavoro è che così hai la possibilità di entrare in una particolare sottocultura con la grazia del vangelo? In tutta la nostra società ci sono innumerevoli gruppi di persone che hanno molto in comune semplicemente perché lavorano nello stesso campo. Parlano lo stesso gergo, lottano con gli stessi problemi, si pongono molte domande simili. E, purtroppo, in molte di queste sottoculture la verità del vangelo è una rarità. Ad esempio, io (Sebastian) immagino di essere uno dei pochi cristiani che oggigiorno lavorano nello spazio creativo di Internet. Ciò significa che ho il privilegio di poter fare la mia parte nel far breccia in questa sottocultura con la buona notizia. A quale gruppo specifico sei stato assegnato dal Re per poterci lavorare ogni giorno? A quello degli architetti? Degli insegnanti? Dei venditori di auto? Pensare alla missione in questo modo ci aiuta a non lasciarci scoraggiare dal pensiero di milioni di persone che hanno bisogno di salvezza. Piuttosto possiamo essere emozionati al pensiero che il nostro Re ci abbia schierati in una specifica rete di amici e di relazioni nella quale possiamo parlare di verità raramente sentite.
Potresti anche considerare di portare il tuo lavoro in un’altra parte del mondo, magari in luoghi dove per i missionari potrebbe essere difficile andare. La globalizzazione del mondo degli affari è uno degli sviluppi più importanti nella storia delle missioni. Le aziende si stanno espandendo a livello internazionale e cercano professionisti, esperti e imprenditori per aprire nuovi mercati dove questi non sono mai esistiti. Perché non considerare di fare l’ingegnere a Shanghai? Perché non fare affari a Dubai, Istanbul o Mosca, dove ogni giorno vivono e lavorano milioni di persone di centinaia di nazionalità differenti? Questi luoghi hanno bisogno di una forte testimonianza del vangelo. I missionari già presenti in queste città saranno profondamente incoraggiati da altri cristiani che si trasferiscono lì e mettono le mani sull’aratro.