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Ricordo il mio primo sermone (e purtroppo sono probabilmente l’unico a ricordarlo!). Dal momento che ero cristiano da poco ed ero pieno di zelo, c’era molto più “calore” che “luce”. Ripensandoci, non credo che sarei stato in grado di rispondere bene a una domanda semplice ma importante: cos’è la predicazione?

Nell’eccellente libro Preach the Word (Predica la Parola, N.d.T.), una raccolta di saggi in onore di R. Kent Hughes, D. A. Carson scrive un capitolo molto utile intitolato “Sfide per il pulpito nel XXI secolo”. Quando oggi ho tirato fuori questo libro dal mio scaffale, ho visto la nota che avevo scritto dopo averlo letto: “Eccezionale! Da rileggere ogni anno!”. Dopo averlo riletto, voglio condividere una sezione in cui Carson identifica cinque caratteristiche della predicazione.

Primo: la predicazione è una ri-rivelazione. La predicazione è più di una semplice trasmissione orale di informazioni, per quanto bibliche e divine le informazioni possano essere. La dovremmo piuttosto pensare in termini di ciò che potremmo definire “ri-rivelazione”. […] I predicatori devono tenerlo a mente. Il loro scopo non è solo quello di spiegare la Bibbia, per quanto questo sia importante. Essi devono aspettarsi che la proclamazione della Parola di Dio sia un evento rivelatorio, un momento in cui Dio si rivela di nuovo, un momento in cui il popolo di Dio sa di aver incontrato il Dio vivente.

Secondo: la predicazione è espositiva. L’esposizione è semplicemente lo spacchettamento di ciò che è già presente. Se ci aspettiamo che Dio si ri-riveli attraverso le sue stesse parole, allora le nostre esposizioni devono riflettere il più fedelmente possibile ciò che Dio ha effettivamente detto quando le parole ci sono state date nelle Scritture.

Terzo: la predicazione ha il carattere di un’ambasciata. Come ambasciatori, abbiamo il compito di far conoscere la politica e le intenzioni del nostro Sovrano. Non abbiamo l’autorità di alterare la sua posizione.

Quarto: la predicazione non è fine a se stessa. Il predicatore fedele non si preoccuperà molto di ciò che la gente potrebbe pensare delle sue capacità oratorie. Si  preoccuperà piuttosto di aver rappresentato fedelmente il Maestro e il suo messaggio. Questo comporta un accorato impegno nel far sì che la Parola ferisca e guarisca, canti e pizzichi.

Quinto: la predicazione è contestuale. Dobbiamo studiare la nostra stessa gente, la cultura delle persone per cui svolgiamo il nostro ministero. […] Per comunicare efficacemente, dobbiamo rivolgerci alle persone del tempo e del luogo in cui Dio ci ha posto.
Ripeto: l’intero capitolo è molto utile, e il resto dei saggi di questo libro è una chicca per coloro che predicano o amano la predicazione.

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